Passa ai contenuti principali

chili per caso?

Come ripeto spesso, la cucina americana è talmente sottovalutata qui da noi che nemmeno le si attribuiscono i meriti che le spettano. Come l'invenzione del chili con carne, che quasi tutti gli Italiani credono sia un piatto messicano...
  
Dato che avevo preparato la ricetta da postare sul blog in questi giorni prima di sapere del nuovo tema dell'MTC di aprile... la casuale (?!) contemporaneità della proposta mi solleva dal grosso peso di non aver ancora pubblicato qui un chili come si deve... Ovvero texano.

Perchè il mio chili precedente era serio e storico ma in un'eretica versione dell'Ohio, mentre quello che ho cucinato ieri per oggi (perchè, come per tutti gli stufati, è più buono il giorno dopo), è la presa in giro di un chili trovato su uno sgualfissimo libro di ricette messicane scritto da un pool di Inglesi...

Proponibile più lento come zuppa, più ristretto a spezzatino o  decisamente asciutto come salsa per farcire tacos e tortillas, è un piatto che vede protagonista la carne, a cui ho levato alcuni stereotipi similmessicani ed ho aggiunto alcune caratteristiche più texane ed altre decisamente mediterranee. 

Un chili con carne in versione praticamente mia, diciamo preparatorio a quello che sarà la meditazione texanissima  certamente indispensabile al tema cowboy di un chili all'altezza dell'MTC...


Chili finto messicano di manzo e birra ai tre pomodori
ingredienti per 6 persone:
600 gr di muscolo di manzo
300 gr. di salsa di pomodoro
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
6 pomodori datterini (c.a 150 gr. in tutto)
1 piccolo peperone rosso
1 grossa cipolla
2 spicchi di aglio
1 cucchiaio di origano secco
1/2 cucchiaio di semi di cumino
1/2 cucchiaio di paprika affumicata
1 foglia di alloro
1 peperoncino rosso
1 pezzetto di alga kombu
1 bicchiere di birra chiara leggera (c.a 150 ml.)
1 pizzico di zucchero
200 gr. di fagioli rossi secchi
2 cucchiai di olio extravergine
sale

Mettere a bagno i fagioli per una notte in acqua fredda. 

Tagliare la carne a dadini piccolissimi, da circa 5 mm., oppure tritarla grossolanamente al coltello.

Tagliare i pomodorini a spicchietti conservando la loro acqua, quindi sciogliere il concentrato di pomodoro nella salsa di pomodori, miscelandovi anche la birra, l'acqua dei pomodorini ed un pizzico di zucchero.

Tagliare il peperone a dadini grandi come quelli di carne; tritare finemente la cipolla; pestare il cumino in un mortaio con l'aglio e la paprika fino a che si forma una pasta profumata.

Scaldare l'olio in un ampio tegame di coccio e unire la cipolla ed il peperone, facendo ammorbidire tutto a fuoco basso per qualche minuto fino a che la cipolla diventa trasparente.

Unire la crema di aglio e, volendo il peperoncino intero oppure privato dei semi e tagliato a filetti (io che amo poco il piccante ne ho messo solo una punta) e far tostare per un minuto.

Versare nel tegame la carne, alzare leggermente la fiamma e muoverla velocemente con un cucchiaio di legno, in modo che perda eventuale acqua e poi dori leggermente.

Unire i pomodorini, padellare un paio di minuti, quindi versare nel tegame il mix di salsa e birra, unire l'origano, salare e, appena il liquido accenna a sobbollire, coprire il tegame, abbassare la fiamma e far cuocere lentamente per almeno un paio di ore, aggiungendo se serve qualche cucchiaio di acqua perché il fondo non si asciughi troppo.

Nel frattempo sciacquare bene i fagioli, disporli in un altro tegame di terracotta con l'alloro e l'alga kombu, coprire di acqua fino a superare i fagioli di un cm., portare a leggero bollore e cuocere coperto per almeno un'ora fino a che sono morbidi, quindi salare, mescolare bene, spegnere, levare l'alga e lasciare i fagioli a intiepidire nel loro brodo.

Quando la carne è morbidissima, il sapore della salsa intenso e la consistenza legata, dopo circa un'ora e mezza o due, aggiungere i fagioli con la loro acqua, regolare di sale e lasciar insaporire per un altro quarto d'ora circa. In realtà più cuoce più e buono, io quindi ho cotto tutto insieme per un'altra ora. 

Si può allungare e servire come zuppa, accompagnato da pane tostato, oppure lo si può restringere al massimo ed usarlo come ripieno di tacos o tortillas. Il piatto è ancora migliore se riposa qualche ora e poi lo si riscalda. Fantastico il giorno dopo.

Qui è lasciato a consistenza naturale, tra lo spezzatino ed il ragù, ed è servito come piatto unico in scodelle, accompagnato da chips di mais, guacamole (*), panna acida (**) e provolone dolce (o altro formaggio "pastoso") grattugiato grosso. A lato si può servire del riso all'arancia (***) decorato con cipollini freschi a rondelle sottili. 

In tutte le versioni si può congelare, dura tre o quattro mesi, e può essere scongelato direttamente in tegame. Da bere: la stessa birra che si è usata in cottura o un bel vino rosso pieno corposo.


* per il guacamole: schiacciare o frullare la polpa di un avocado maturo con 1 spicchio di aglio, il succo di 1 lime, sale, poco pepe e decorare con 1 falda di peperone rosso tagliata a cubettini e 1 cipollino a rondelle sottilissime.

** per la panna acida: di solito prendo panna da cucina, la miscelo con succo di limone e sale e la lascio riposare in frigo per un'oretta; qui non avevo il necessario ed ho miscelato 4 cucchiai di kefir con 4 cucchiai di ricotta, sale, pepe e 1 cucchiaio di succo di limone: pronto all'istante! Abbondare con le dosi nel caso si sia usato molto peperoncino nel chili...

***per il riso all'arancia: si lessa del riso parboiled e lo si salta poi con un filo d'olio, poca cipolla tritata, qualche cucchiaio di salsa di pomodoro, un poco di scorza e succo di arancia, fino a che è saporito ed asciutto.

  • rivoli affluenti:
  • il libro un po' sgualfo è: AA.VV, Mexican Cooking. Exciting Ideas for Delicious Meals, Bramley Books, 1996, ISBN 1-85833-549-3.

Commenti

  1. inizio seriamente a preoccuparmi ...:-)

    RispondiElimina
  2. Eh eh,Alessandra fa bene a preoccuparsi. Il kombu e' puro genio/puro acquaviva.Lo so che il giorno dopo e' ancora meglio,il problema e' trattenersi...
    Ci sei ancora per il nostro "piano"?
    Aspetto istruzioni...
    Un bacione!

    RispondiElimina
  3. ....se l'inizio è questo....ti vedo bella carica: aspetto le ricetta per l'MTC! cri

    RispondiElimina
  4. @alessandra: io lo sono da mo'!

    @edith.pilaff: senza una data a termine credo potrei latitare per anni. Ora ripiglio la retta via, mi concentro e nell'arco di un paio di giorni mi do una mossa.

    @stefania: chi diceva "quando il caso dice la combinazione..."?!

    @cristiana: il chili è un bellissimo tema e anche io aspetto con grande interesse di vedere quali proposte salteranno fuori, me a parte intendo...

    RispondiElimina
  5. aiuto!! devo andare a studiare la cucina texana, intanto mi godo questo chili, sarà anche finto ma a me ispira moltissimo!
    Grandiosa come sempre
    Ciao
    Cris

    RispondiElimina
  6. @cris: be'... finto per un texano... eppure qui ce lo siamo spazzolato con grande voluttà...
    Grazie, come sempre

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!