Un momento forte di italianità. Dopo qualche settimana di ricette peregrine qualcosa di molto domestico. Qui l'origine per la verità sarebbe francese, ma la mano casalinga ha variato parecchi dettagli del piatto classico per una sorta di bisogno di italianità: sedano uvette e aceto parlano di caponata siciliana, che l'aceto sia balsamico riporta in Emilia, le melanzane nella versione nizzarda nemmeno sono previste ma nella cianfotta campana sì...
Sento la necessità assoluta in questi ultimi giorni di ancorarmi a una qualche forma di certezza, di confermare che esiste una "casa" a cui tornare. Mi sento sballottata: una barchetta alla deriva, in equilibrio precario sopra un mare imprevedibile ed agitato.
L'immaturità e l'inadeguatezza di chi dovrebbe cavalcare gli eventi per riportarli dentro parametri governabili genera un grande senso di insicurezza. Vorrei rassicurazioni e vedo solo confusione di prospettive. Le incertezze pubbliche pesano sul privato e amplificano la sensazione di smarrimento. Ma la storia chi la fa, noi o loro?
Rientrare nei sapori noti, nei gesti semplici, nei profumi di una tradizione di certezze aiuta a non perdersi del tutto, a pensare che la burrasca poi passa ed il mare tornerà ad essere navigabile. La barchetta trema un po' di meno, se riesce a scorgere l'orizzonte. La forza di riprendere il timone, di poter scegliere la direzione, passa un po' anche dal respirare il profumo di casa.
Per il momento restare a galla, rimanere in Italia costituiscono scelte forti, di coraggio e tenacia. Poi ci si guarderà indietro, con il tempo, e si capirà come si è riusciti a riapprodare e chi ha fatto davvero la storia.
Quasi-ratatouille con erbe fresche e aceto balsamico
ingredienti per 4 persone:
1 melanzana lunga
1/2 peperone rosso
1/2 peperone giallo
1 zucchina
1 cipolla rossa
2 gambi di sedano
2 pomodori
1 rametto di rosmarino
1 foglia di alloro
1 ciuffo di basilico
1 bicchiere di brodo vegetale
2 cucchiai di aceto balsamico
2 cucchiai di olio extravergine
sale
pepe bianco al mulinello
qualche fetta di pane alle uvette
Ridurre tutte le verdure a dadini e insaporirle in padella con l'olio, l'alloro e il rosmarino per qualche minuto.
Unire il brodo, se serve salare e lasciar cuocere per una mezz'oretta, quindi unire l'aceto, mescolare bene, se serve regolare di sale.
Spegnere, unire il basilico stracciato con le mani, pepare abbondantemente, travasare in un contenitore di vetro o ceramica e lasciar riposare fino a che la ratatouille è a temperatura ambiente.
Ancora più buona servita il giorno dopo, accompagnata dalle fettine tostate di pane all'uvetta e decorata con qualche foglia di basilico. Ottimo fingerfood se del pane tostato si fanno tartine.
Sento la necessità assoluta in questi ultimi giorni di ancorarmi a una qualche forma di certezza, di confermare che esiste una "casa" a cui tornare. Mi sento sballottata: una barchetta alla deriva, in equilibrio precario sopra un mare imprevedibile ed agitato.
L'immaturità e l'inadeguatezza di chi dovrebbe cavalcare gli eventi per riportarli dentro parametri governabili genera un grande senso di insicurezza. Vorrei rassicurazioni e vedo solo confusione di prospettive. Le incertezze pubbliche pesano sul privato e amplificano la sensazione di smarrimento. Ma la storia chi la fa, noi o loro?
Rientrare nei sapori noti, nei gesti semplici, nei profumi di una tradizione di certezze aiuta a non perdersi del tutto, a pensare che la burrasca poi passa ed il mare tornerà ad essere navigabile. La barchetta trema un po' di meno, se riesce a scorgere l'orizzonte. La forza di riprendere il timone, di poter scegliere la direzione, passa un po' anche dal respirare il profumo di casa.
Per il momento restare a galla, rimanere in Italia costituiscono scelte forti, di coraggio e tenacia. Poi ci si guarderà indietro, con il tempo, e si capirà come si è riusciti a riapprodare e chi ha fatto davvero la storia.
Quasi-ratatouille con erbe fresche e aceto balsamico
ingredienti per 4 persone:
1 melanzana lunga
1/2 peperone rosso
1/2 peperone giallo
1 zucchina
1 cipolla rossa
2 gambi di sedano
2 pomodori
1 rametto di rosmarino
1 foglia di alloro
1 ciuffo di basilico
1 bicchiere di brodo vegetale
2 cucchiai di aceto balsamico
2 cucchiai di olio extravergine
sale
pepe bianco al mulinello
qualche fetta di pane alle uvette
Ridurre tutte le verdure a dadini e insaporirle in padella con l'olio, l'alloro e il rosmarino per qualche minuto.
Unire il brodo, se serve salare e lasciar cuocere per una mezz'oretta, quindi unire l'aceto, mescolare bene, se serve regolare di sale.
Spegnere, unire il basilico stracciato con le mani, pepare abbondantemente, travasare in un contenitore di vetro o ceramica e lasciar riposare fino a che la ratatouille è a temperatura ambiente.
Ancora più buona servita il giorno dopo, accompagnata dalle fettine tostate di pane all'uvetta e decorata con qualche foglia di basilico. Ottimo fingerfood se del pane tostato si fanno tartine.
- rivoli affluenti:
- La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera",ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone,
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere,
siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare,
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli,
la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.- Francesco De Gregori, "La storia", in Scacchi e Tarocchi, 1985.
Rimanere in Italia?
RispondiEliminaLetta dall'altra parte del mondo questa cosa è tenera e struggente!
E anche sacrosanta...
Bejios :)
@virò: grazie. Ma tu non hai di meglio da fare in questi giorni che passare di qui?!
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