Passa ai contenuti principali

crema di zucchine per una favola da cigno

L'autunno sembra arrivare. Giornate più corte, notti fresche, una folata di vento e subito la temperatura scende. Forse è il caso di avvertire l'orto, che ultimamente continua a sfornare verdure senza badare al calendario.
Questa nella foto è la zucchina trombetta più piccola nell'orto di mio padre. La più lunga è alta quasi due metri. Raccontano tutte la stessa storia, che ho ripetuto al mio nipotino mentre giravamo tra questa questa strabiliante verzura, affascinati. E la storia è stata ispirata a Giulia, maga delle parole, dal dipinto del suo compagno Alessandro, mago del pennello. E parla di queste strane zucchine che continuano a crescere sognando di potersi trasformare in cigni.

Ovviamente ad una zucchina da 2,3 kg volevo offrire comunque un destino da favola, a compensare l'impossibilità di realizzare il suo sogno da cigno. Così l'ho abbinata ad una miscela di spezie keniota, terra stramba in cui danno a questo mix un nome inglese ispirati a quello indiano, sostanzialmente perchè nell'Africa orientale le spezie arrivavano anticamente dalle navi provenienti dall'India. Questo curry africano, per la cronaca, nel caso lo si volesse ricreare in casa, è composto da: semi di coriandolo, cereali, curcuma, semi di senape, peperoncino, sale, zenzero, jaggery (zucchero grezzo), semi di finocchio, semi di fienogreco, semi di cumino, cannella e aglio.

Avrei potuto anche fermarmi lì, ad una veste comunque abbastanza insolita per questa zucchina. Ma la favola da sogno degna di un cigno parla di orizzonti ancora più lontani, ed all'orizzonte dell'orto di mio padre fa apparire nomi esotici come l'Indocina del cocco, il Nordeuropa del burro, la Sicilia delle mandorle... e pure il vicino di filare, un basilico a metro zero!

Le dosi della ricetta sono per quattro persone. Una zucchina di oltre due chili, detto così, forse sembra tanta. Ma al peso della zucchina sottraiamo i circa 400 g di "pane", ovvero la polpa spugnosa e ricca di semi della parte bombata, che viene eliminata, e pure il litro circa d'acqua, ovvero 1 kg, che non usiamo in cottura come di solito si fa per altre minestre (qui è sufficiente l'acqua di vegetazione emessa dal nostro cucurbitaceo gigante, che cuoce struggendosi in se stesso. Per questo il cocco è uato in polvere invece che in latte), oltre a quel paio di patate (un altro mezzo chilo circa) che dovremmo aggiungere per una crema non troppo brodosa, si arriva a circa 400 g di zucchina.

La differenza rispetto ad una minestra "normale" è che, a parità di peso finale, qui la crema è composta quasi al 100 % da sole zucchine ed è solo la sonante parte aromatica, in sostanza, quella in cui la nostra favola si è sbizzarrita!
CREMA SOGNANTE DI ZUCCHINA GIGANTE
ingredienti per 4 persone:
una zucchina trombetta da circa 2,3 kg
2 cipolle
2 spicchi di aglio
12 gamberi
10 mandorle
3 cucchiai di polvere di cocco
1 cucchiaio di curry keniota in polvere
1 limone
4 foglie di basilico
10 g di burro
3 cucchiai di olio di arachidi o extravergine leggero
sale

Affettare cipolle e aglio e ridurre la zucchina a cubotti, eliminando la parte centrale, spugnosa e ricca di semi, nella zona bombata.

Rosolare aglio e cipolle nell'olio a fiamma viva. Unire il curry e tostare 30 secondi, fino a che le spezie cominciano a profumare. Unire la zucchina ed insaporire a fuoco vivace per 4 o 5 minuti, quindi salare.

Mescolare bene, coprire ed abbassare leggermente il fuoco, cuocendo per un'oretta a fiamma bassa e mescolando di tanto in tanto: come si diceva, non occorre aggiungere acqua perché la zucchina ne rilascia molta, soprattutto dopo che è stata salata.

Quando la zucchina e morbida e quasi disfatta frullare il tutto e regolare, se serve, di sale. Volendo, per ospiti dal gusto più tradizionale, si può già servire così, unendo alla crema una manciata di pecorino grattugiato, un trito di prezzemolo e, volendo, un giro d'olio.
Ma io ho proseguito! Sgusciare le mandorle e tagliarle a filetti. Spremere il limone, filtrarne il succo e grattugiarne molto finemente la scorza. Sgusciare i gamberi, privali del filo nero e tagliarli a dadini.

Unire il cocco alla crema di zucchine e far insaporire 3 o 4 minuti, unendo un filo di acqua se la crema si addensasse troppo.

Sciogliere intanto a parte il burro e saltarvi gamberi e mandorle un minuto, fino a che i gamberi schiariscono. Salare appena, spegnere, ed unire un cucchiaino di la scorza di limone ed il basilico stracciato in pezzettini.

Spegnere la crema, condirla con il succo di limone e la scorza rimasta, dividerla in piatti/ciotole individuali. Distribuirvi sopra i gamberi con il loro fondo e servire.
  • rivoli affluenti:
  •  la meravigliosa storia di Giulia ed Alessandro è quella da loro pubblicata all'interno del loro progetto raccontoimmagini su facebook. Chi non riuscisse a raggiungerli lì può gustare il racconto anche qua sotto, ma si perde così tutte le altre stupende invenzioni di parole ispirate dai dipinti...
  • "Tutti i giorni Andrea, passando dall’orto del suo vicino, rimaneva affascinato dalle zucchine trombetta, dalla loro capacità di crescere ovunque: ne aveva viste in mezzo alla vite, pendere da un’enorme pianta di alloro, una volta ne aveva intravista una persino far capolino fra due albicocche.

    Ogni giorno, passando dall'orto, si chiedeva se le zucchine trombetta conoscessero quella bellissima definizione di 'resilienza' data da Trabucchi (che chissà dove l’aveva letta, poi?): 'La resilienza psicologica è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino'.

    Di sicuro le zucchine non conoscono la definizione di 'resilienza', si diceva Andrea, ma diamine se ne erano la dimostrazione vivente! Capaci di crescere nonostante qualsiasi avversità, in qualsiasi ambiente e anche sfidando le piante circostanti, si chiedeva. Non poteva essere solo la mera sopravvivenza, o la riproduzione della specie, doveva essere qualcosa di più a spingerle a farsi largo nella vita a gomitate.

    Tutti i giorni d’estate guardava quelle zucchine da sotto in su, quasi aspettandosi che gli parlassero, e ogni giorno si chiedeva quale potesse essere il loro motore immobile, finché un giorno capì, o così gli parve di capire: le zucchine trombette sognano un giorno di trasformarsi in cigni, arrivare al lago più vicino e condividere la vita con quella che hanno scelto come compagna di vita, i corpi intrecciati su un ramo prima, sul pelo dell’acqua poi.

    Non prendetelo per scemo, lo sa benissimo Andrea che le zucchine trombetta non sanno nulla di resilienza, di cigni e forse nemmeno di compagni di vita, ma noi sappiamo bene quanto cerchiamo nella vita che ci circonda cose che ci parlino di noi, e ad Andrea serviva proprio quella lezione di resilienza e di speranza, anche se veniva da una zucchina."

Commenti

  1. Ma, secondo te, viene bene anche con le zucchine normali? Perchè questa zuppa mi fa venire una gran voglia di provare a rifarla

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo di sì, forse saranno un pochino meno acquose e dovrai aggiungere un po' di liquido ma se ti regoli col fuoco non troppo alto credo funzioni.

      Elimina
  2. An excellent congratulations for an excellent subject and an excellent blog !!!

    consultation voyance gratuite

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!