Passa ai contenuti principali

chebureki ucraini (ma anche un po' turchi) di famiglia

Come già detto qualche giorno fa, in questi giorni cucino quasi solo ucraino, o per dire meglio cucino i piatti del Rus' di Kyiv, cioè le ricette di una tradizione gastronomica condivisa da secoli dalle popolazioni che oggi si chiamano Ucraini, Russi, Bielorussi, Polacchi, Lituani, eccetera.

Ecco perchè oggi, al posto di friggere delle "semplici" zeppole di San Giuseppe, per una festa di famiglia ho pensato ai chebureki, dei bocconi di pasta fritta farciti che nascono nella penisola della Crimea e che, per via delle storiche diaspore delle popolazioni tatare che l'abitavano, si sono diffusi non solo nell'area slava cui facevo prima riferimento ma fino a Romania e Uzbekistan, e verso sud anche tra le popolazioni balcaniche, fino a Grecia e Turchia, dove questo fagottino ripieno prende il nome di börek.

Se in Ucraina i chebureki contengono carne profumata di cipolle ed erbe, nella versione turca in genere i böregi vengono farciti con formaggio, liscio o misto a spinaci, e ogni località ha le sue piccole varianti, tutte golosissime. La mia amica Tamara invece, che fino a pochi giorni fa viveva da anni pacificamente a Mariupol, quando era in precedenza ma vicina di casa me ne ha insegnata una versione tutta sua, un po' ibrida, con formaggio e cipolle. 

Sulla tavola di oggi dunque, non poeto dolci ma uno "snack rinforzato" per l'aperitivo, presentando sia la versione ucraina tradizionale che quella al formaggio e cipolle di Tamara. Mi scuso, però, perchè durante la preparazione mi sono dimenticata di fotografare proprio la sua farcitura e poi al momento del servizio è sparito tutto in un attimo, tanto che anche l'unica foto di cheboreki aperto, in questo caso di carne, è stata fatta al volo!

L'apparecchiatura del pranzo di famiglia è stata gialla e blu, e tutti ci siamo augurati di poter avere presto di nuovo alla nostra tavola Tamara e i suoi cari. Per il momento la omaggiamo con piccoli gesti come questo, e con la ripetizione delle sue ricette. Dunque, come direbbe lei: smachnoho, buon appetito!
CHEBUREKI - RAVIOLONI FRITTI UCRAINI
ingredienti per circa 20 pezzi grandi o 40 piccoli:
500 g di farina
180 ml circa di acqua calda 
2 cucchiai di olio di girasole
1 cucchiaio di horilka (o vodka, o grappa)
sale 
circa 1 l di olio di girasole per friggere

farcitura di carne:
450 g di manzo macinato non troppo magro
100 g di szinka (o prosciutto cotto)
1 cipolla 
3 cucchiai di prezzemolo tritato 
1/2 cucchiaio di aneto
sale
pepe nero al mulinello

farcitura di formaggio:
come sopra, ma sostituendo carne e prosciutto con 200 g di formaggio semi-stagionato tritato finissimo

Per la sfoglia disporre la farina a fontana sulla spianatoia e sui bordi distribuire una presina di sale. 

Al centro versare l'olio, il distillato e l'acqua calda, impastare a lungo fino ad ottenere un panetto liscio, unendo poca farina o poca acqua per regolarne la densità.

Inserire l'impasto in un sacchetto di plastica alimentare, chiudere lasciando all'interno un pochino di aria e far riposare un paio di ore (ma anche 24) a temperatura ambiente. Più riposa più la sfoglia sarà profumata e facile da stendere.

Per il ripieno tritare finissima la cipolla e il prosciutto e unirli alla carne insieme a  prezzemolo, sale e pepe. Unire infine 1 o 2 cucchiaini di acqua in modo da ottenere un composto molto liscio e morbido.

Coprire e far riposare il composto mezz'oretta a temperatura ambiente (ma anche 24 ore in frigo). 

Se si preferisce il ripieno di formaggio mescolarlo a cipolla tritata, erbe, sale e pepe e unire un paio di cucchiaiate di acqua, se serve, per rendere il composto lavorabile. 

Far riposare anche questa farcitura coperta per 20-30 minuti a temperatura ambiente. In questo caso meglio evitare il frigo.

Dividere l'impasto per la sfoglia in una ventina di palline da circa 35 g (o in 40 di metà peso piccole), tenendole coperte con pellicola durante il lavoro e stenderle, poche per volta, in dischi da circa 15 cm (o di 7 cm se piccole).
Disporre al centro una cucchiaiata abbondante ( o 1/2 cucchiaio) di ripieno, chiudere a mezzaluna inumidendo leggermente i bordi perchè si incollino bene e terminare sigillando con i rebbi di una forchetta. 
Disporli a mano a mano che vengono pronti su un telo disposto sopra una griglia, in ambiente non troppo umido. Tamara dice che così si possono congelare ma io non ho mai provato.
Versare l'olio per la frittura in un ampio tegame dove resti spesso almeno 3 dita, potarlo a circa 170-180°C (un ritaglio di sfoglia gettato nell'olio deve venire subito a galla sfrigolando ma senza bruciare) e friggere due o tre chebureki alla volta, circa per 1,5-2 minuti per lato, scolandoli poi su carta assorbente.
Servire i chebureki belli caldi: se sono grandi fanno da antipasto, da secondo o anche da piatto unico, se in doppia dose e accompagnati con una bella insalata; nella versione piccola sono ottimi snack per l'aperitivo. 
  • rivoli affluenti:
  • una diversa ricetta di chebureki farcito con agnello si trova nella raccolta di ricette ucraine a cui ho collaborato, che è consultabile gratuitamente ma soprattutto è scaricabile dopo una donazione libera a Medici senza Frontiere - Emergenza Ucraina. Tutti i dettagli qui
  • la versione al formaggio costituisce anche un goloso piatto vegetariano.

Commenti

  1. Non ci crederai ma con il ripieno di carne assomigliano tanto ai pasteis brasiliani!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. perchè non dovrei crederci? I pasteis sono di origine portoghese e questo tipo di preparazione è comune sia all'area slavo-balcanica che a quella mediterranea. Come si mescolano pacificamente le culture in cucina è sorprendente, dovrebbe servire ad esempio per dimostrare quanto le guerre sono inutili dato che i popoli si parlano, si mescolano ed imparano lo stesso uno dall'altro...

      Elimina
    2. Comunque attendo la ricetta brasiliana, che voglio assolutamente provare!

      Elimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo ...

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento ...

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!