Poco tempo fa mi hai chiesto "vienimi a salutare" e sono corsa. Lì mi hai confidato di quanto hai coltamente scritto negli anni di pensieri filosofici che possono preparare alla morte e di come ti sia sorpreso a rinnegarli quando ti sei reso conto che a morire eri tu.
Fermo nel letto hai bevuto da assetato i racconti dei miei ultimi viaggi, hai ricordato, tra i tuoi innumerevoli, quello tuo più felice insieme a tua moglie, e ogni volta che la nominavi ti brillavano gli occhi.
Stanco nella vista mi hai chiesto delle mie ultime letture e mi hai inondato di consigli: come sempre è più forte di te dispensare sapienza, istillare curiosità, progettare nuovi scritti, perchè, siamo oggettivi, non esiste vita separata da pensiero e letteratura.
Costretto alla dieta hai elencato le tue golosità ed i piatti più strani che ti ho cucinato. Abbiamo anche progettato una nuova cena insieme a tema artistico, in un pensiero futuro che non so se volevi regalare solo a me oppure un po' anche a te.
L'ultimo cibo di cui hai scritto è il riso e latte; quello che più hai odiato è la frittata di D'Annunzio che io ho inserito a forza in un menu letterario; quello su cui hai più scherzato sono le sardine in scatola, con cui abbiamo aperto un pranzo dedicato all'Icaro di Bruegel l'ultima volta che sei venuto da me, pranzo che si è chiuso con dei semini confettati, come si usava alle corti cinquecentesche.
Discettando di nutrimento concordiamo che sono atti consolatori quelli della cucina: per me preparare le vivande e per entrambi condividerle sulla tavola. E oggi potrei cucinarti finalmente uno dei piatti che tanto ti mancano, consolante e liberatorio. Però, nel mio vestito nero che ancora non è mitigato dalla collana colorata, non riesco a cucinare.
Ti offro quindi ancora, semplicemente, dei semini confettati. Sono indiani (sì, dell'India colonizzata, purtroppo), si chiamano pan masala, dove pan ricorda il nome indiano delle foglie di betel, anticamente masticate per rinfrescare l'alito, e masala significa "miscela", perchè l'ingrediente di questa specialità è ora molto più spesso un frugale misto di semi ed erbe rivestiti di zucchero colorato (non potevo esimermi da una brevissima nota storica, cosa che spero ti diverta).
- rivoli affluenti:
- della frugalità, e della vita reale. Così, giusto per.
Delicata e profonda, anche nei saluti...
RispondiEliminaleggi il link, anche solo. E ti rendi conto di quanto sia impossibile essere minimamente appropriati.
EliminaIn saluto profondo che fa pensare. Grazie
RispondiEliminaIl saluto per una persona speciale che di fatto ti obbligava sempre a pensare
Elimina