Passa ai contenuti principali

New Orleans a tavola: menu di compleanno "Southern" parte 2

Ed eccomi con la seconda e penultima parte del menù a tema Louisiana iniziato qui, dove avevo raccontato un tè come bevanda a tutto pasto, il cocktail di aperitivo con due stuzzichini, e come main course un jambalaya in stile Cajun. 

Oggi invece presento (con foto orribili, come purtroppo in tutta questa occasione) tre ricette di verdure: in questo pranzo le ho usate come contorni, e le dosi sono così calibrate, ma queste specialità possono essere tranquillamente interpretate diversamente. Vediamo come:

MONDAY RED BEANS - FAGIOLI ROSSI DEL LUNEDI'
Riso e fagioli rossi è un piatto talmente tipico del lunedì a New Orleans che, pur essendo una preparazione molto popolare, viene servita in quel giorno anche nei ristoranti più eleganti. In questo caso ho omesso il riso, che si serve di solito bianco, a fianco dei fagioli. Volendo, se si lascia un po' più lungo il brodo e si passa una maggior quantità di fagioli, può diventare un'ottima minestra da servire come primo. 

I due aromi locali che fanno la differenza sono sedano e santoreggia e si trattava in origine di un piatto unico, povero e servito in porzioni abbondanti. Ora invece è sempre un pasto completo ma viene utilizzato come "base", con un po' meno bacon di quanto ho usato io qui, in piatti che prevedono la presenza di salsicce, oppure di pollo fritto, prosciutto grigliato o spiedini di ostriche, tutte proteine che localmente sono a bassissimo costo. 

ingredienti per 8-10 persone:
450 g di fagioli rossi secchi
200 g di bacon (o pancetta o prosciutto affumicati), in fette spesse
3 coste di sedano
1 peperone verde
1 cipolla
4 spicchi di aglio
1 cipollino verde
1 bicchierino di bourbon

1 cucchiaio di prezzemolo tritato 
1 cucchiaio di santoreggia secca
1 foglia di alloro
4 grani di pepe nero
10 gocce di tabasco (se c'è chi non gradisce il piccante si può omettere e servirlo in tavola nella sua boccetta, in modo che chi lo ama se ne serva liberamente)
sale

Ammollare i fagioli per una notte e sciacquarli bene. Tritare sedano cipolla aglio e peperone. 

Rosolare a secco il bacon fino a che è dorato e levarlo. Nel suo grasso saltare il trito e, quando è dorato, sfumare col whisky. 

Coprire con 4 lt di acqua, portare a leggero bollore, unire alloro, santoreggia, tabasco e pepe e lasciar sobbollire per 2 ore.

Dopo 1 ora e ½ levare due mestolate di fagioli, schiacciarli/frullarli e riversarli nella pentola.

Salare, regolare a gusto la densità unendo acqua o facendola asciugare e aggiungere eventualmente tabasco, se tutti apprezzano il piccante.

Decorare con il bacon sbriciolato, il prezzemolo tritato e il cipollino a rondelle e servire caldo. 
---
UPPERLINE RED PEPPER VICHISSOISE - CREMA FREDDA DI PATATE AI PEPERONI ROSSI
Gli Americani sostengono che la vichissoise, una crema fredda estiva di patate, porri e panna, sia nata a New York nel 1919 per opera dello chef dell'hotel Ritz... che però era francese (Louis Diat, nato vicino a Vichy). La leggenda francese vuole la sua nascita legata a Luigi XV, che per timore di essere avvelenato faceva assaggiare le sue minestre a diversi servi, tanto che finiva per consumarle fredde. 

Comunque sia, è molto amata in Lousiana, dove le radici francesi della cucina sono più evidenti che in qualsiasi altra parte d'America e dove il ristorante Upperline l'ha evoluta inserendo ingredienti locali come gli amatissimi peperoni ed il prosciutto affumicato. 

Qui ho utilizzato prosciutto normale, avendo già l'aroma affumicato in altri piatti del menù, e ho tenuto la crema più soda rispetto alla vellutata originale, per utilizzarla come un morbido purè freddo di contorno, ma ovviamente zuppa nasce e tale può rimanere, servita come primo piatto.

ingredienti per 8-10 persone:
1 kg di patate
1 peperone rosso
1 porro
150 g di prosciutto cotto a fette spesse
1 lt di brodo vegetale (qui preparato con: cipolla, sedano con foglie, gambi di prezzemolo, alloro, timo, santoreggia, grani di pepe)
120 ml di panna acida
sale
4 steli di erba cipollina, per decorare

Ridurre a pezzi patate sbucciate, porro e peperone, e tritare finemente il prosciutto.
Versare tutto nel brodo bollente e cuocere 25 minuti.

Levare l'eventuale brodo in eccesso per ottenere una consistenza più soda e frullare tutto. Unire la panna e regolare di sale. 

Servire la crema fredda di frigo, ottima anche il giorno dopo, decorata con erba cipollina tagliuzzata o ridotta a rondelline (molto più sottili rispetto ai bastoncini in foto, ma l'aiutante qui ha voluto fare di testa sua). 
---
COPELAND CUCUMBER SALAD - INSALATA DI CETRIOLI E BRANZINO
La ricetta tradizionale ha gusto molto deciso perchè mescola cetrioli, andouille (salsiccia locale a doppia affumicatura), peperoncini jalapeño freschi e Creole mustard, una senape locale che fonde tradizioni francesi, tedesche, spagnole ed africane. 

Irreperibile da noi, qui l'ho ricostruita, ed ho alleggerito anche il piatto riducendo drasticamente i peperoncini (da 3 a 1, che però ho servito a parte, perchè alcuni ospiti non gradivano il piccante) e sostituendo la salsiccia con del branzino, come fa il ristorante Copeland, dove in questa insalata si usano o pesce o pollo grigliati. 

Nulla vieta di servire questo piatto come antipasto o come secondo, magari aumentando leggermente la proporzione del pesce rispetto ai cetrioli.

ingredienti per 8-10 persone:
6 cetrioli
300 g di filetti di branzino (o altro pesce bianco, a gusto, il Copeland usa pesce gatto!)
2 cipollini verdi
1 spicchio di aglio
1 japlapeño (fresco o in scatola)
120 ml aceto di riso
100 ml olio di arachidi
20 ml di olio di noci pecan (io olio di sesamo tostato)
2 cucchiai di senape creola* 
2 cucchiai di coriandolo (o prezzemolo)
2 cucchiai di zucchero
sale

*Per la senape creola mescolare 3 cucchiai di salsa di senape rustica con 1 cucchiaino di salsa di rafano, 2 cucchiaini di melassa o di miele e 1/4 di cucchiaino di mix di spezie creole in polvere (cipolla, aglio, sedano, peperone verde, alloro, prezzemolo, timo, origano, peperoncino, pepe nero).

Per il condimento sciogliere lo zucchero nell’aceto; tritare molto finemente coriandolo e aglio; unirli all’aceto insieme alla senape creola, poi unire a filo l'olio e salare leggermente.

Tagliare i cetrioli in quarti per il lungo, sbucciarli e privarli dei semi.

Unire all’ultimo alla salsa i cipollini tritati e il jalapeño a rondelle finissime (io qui solo dopo a parte) e marinarci per mezz’ora i cetrioli. Poi scolarli e conservare la marinata in frigo per la prossima volta.

Intanto cuocere i filetti di pesce in padella, lato della pelle sotto, mettendoli a freddo con 3 cucchiai di acqua, 1 di olio e un pizzico di sale, coperto, spegnendo dopo 5 minuti e facendoli riposare 10 minuti senza aprire, in modo che terminino di cuocere a vapore.

Spellare il pesce, dividerne la polpa in fiocchi e quando è fredda, unirla ai cetrioli. Tenere in frigo massimo 15 minuti, poi servire subito.
  • rivoli affluenti:
  • come nel p precedente, il libro da cui ho preso le ricette dei ristoranti è: Tom Fitzmorris, Tom Fitzmorris's New Orleans Food. More than 250 of the City's Best Recipes to Cook at Home, Abrams, 2017, ISBN 978-1-4197-2981-2. 

Commenti

  1. La crema di peperoni la repliche sicuramente...troppo interessante!

    RispondiElimina
  2. provala anche proprio come zuppa fredda: è grandiosa!

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!