Continuo a pensare che le giudici titolari e aggiunte dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali...
Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone!
Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con Cipango, il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un siffatto destino?
Ma si consoli chi temeva ingredienti assurdi, perché ho pensato alla dispensa media di un italiano un po' più normale di me, e si rallegri anche chi aspettava una ricetta da dessert: propongo qui un classico della cucina popolare nipponica che per tradizione nasce salato ma che nulla vieta di interpretare in chiave totalmente dolce: il kaki-age (pronuncia "cachi-aghe"), ovvero... il tenpura delle casalinghe!
Già il nome è un programma: age deriva da ageru, friggere, kaki viene da kaki-mazeru, miscelare gli ingredienti con la pastella. In sostanza: si prepara la pastella del tenpura, il famosissimo fritto giapponese, ed invece di intingervi verdure, pesce e crostacei interi o a grosse ed artistiche fette li si riduce tutti a pezzettini e li si miscela alla pastella, che poi si frigge a cucchiaiate.
L'origine storica del tenpura è fatta risalire ai missionari portoghesi e marinai spagnoli che arrivarono in Giappone nel periodo Muromachi (dal nome della famiglia di shogun che governò quasi ininterrottamente il Paese dal il 1336 al 1573), portando con sè diversi piatti della tradizione iberica.
Si dice che il termine derivi proprio dal latino tempora, il tempo di Quaresima in cui la dieta degli Occidentali si doveva limitare a pesce e verdure, oppure dal portoghese tempero, cioè salsa o condimento, in sostanza un modo per insaporire degli ingredienti dal gusto base delicato.
Ad ogni modo la lingua giapponese preferisce le parole ben scandite, quindi la m si è trasformata con l'uso in una più secca n ed il termine giapponese è diventato definitivamente tenpura, tanto che ora in Giapponese il prefisso ten- precede il nome di tutti i piatti in cui compare qualche ingrediente fritto in pastella.
Come sempre nella mentalità giapponese, qualsiasi cosa diventa una forma d'arte, in cui l'estetica non è mai concepita come separata dal significato e dal contenuto di ogni gesto e di ogni prodotto da esso derivato. Anche cucinare un perfetto tenpura significa dunque sottostare a precise regole che organizzano meticolosamente la preparazione della pastella e della salsa di accompagnamento, così come il controllo della cottura e, particolarmente importante, il taglio prima e la disposizione nel piatto poi degli ingredienti della frittura.
Ovvio che le povere casalinghe giapponesi, così come i venditori delle friggitorie di strada, non avevano ne' tempo ne' voglia (ne' perizia) sufficienti per seguire alla lettera tutti i dettami, ma erano talmente ingolositi da questo speciale fritto in pastella, inizialmente un piatto destinato solo alle tavole di corte, da inventarsene una versione semplificata.
Così il nobile tenpura si evolve in popolare kaki-age, una sorta di pratico e gustosissimo "svuotafrigo" in cui gli ingredienti non sono tagliati secondo i rigidi dettami del kiru (l'arte del taglio del cibo) e presentati secondo le regole estetiche del moritsuke (arte della presentazione del cibo), ma vengono semplicemente ridotti in piccoli pezzetti e miscelati alla pastella, per ricavarne delle frittelle sottili e piatte oppure tonde e gonfie.
Il kaki-age a sua volta è stato poi naturalmente (!) codificato, per cui ora ogni zona, ogni stagione ed ogni famiglia del Giappone hanno il loro speciale mix di ingredienti da miscelare alla pastella: solo vegetali (versione detta shoijin, ovvero derivata dalla tradizione vegetariana dei monaci, senza nemmeno l'uovo nella pastella) o con pesce miscelato a verdure.
Si tratta dunque di un cibo molto popolare, spesso presente sui banchetti di streetfood e nelle fiere; inoltre, come da noi ci sono pizzerie o ristoranti specializzati ad esempio in pesce, nel Giappone contemporaneo esistono moltissimi locali che propongono esclusivamente questa prelibatezza, sia a livello di trattoria che di ristorazione ad altissima levatura.
Insomma: da piatto yoshoku, di derivazione straniera, nei secoli il kaki-age è diventato oramai un piatto washoku, cioè tipicamente giapponese, che nella traduzione letterale significa, infatti, "armonia del cibo"...
Le frittelle di kaki-age si mangiano da sole, bollenti di frittura in un pasto seduto e nel cartoccio del venditore di strada, ma vengono consumate anche come snack dentro un bento, diventano un ingrediente di un più vasto tenpura oppure vengono adagiate sopra una ciotola di riso caldo (tendon) o dentro una zuppa di noodle (tenzaru), per giocare con profumi e croccantezze differenti.
Nella tradizione sono sempre completate dalla loro specifica salsa tentsuyu, ovvero una "salsa da fritto" dal sapore decisamente umami che sottolinea la naturale sapidità degli ingredienti pastellati, mentre nelle interpretazioni più recenti (comode, per dire, per chi non si ritrova sempre in casa il brodo dashi od il vino mirin...) le frittelle vengono accompagnate da uno o più sali aromatizzati, disposti di solito in un angolo del piatto, spesso a forma di cono per ricordare la sagoma del monte Fuji. (Ovvio che qui ci si può scatenare all'infinito e che in caso di interpretazione dolce, in Giappone per la verità sconosciuta, il sale potrebbe diventare zucchero... e noi siamo qui anche per questo!)
Bene, dopo tutta questa spatafiata storico-linguistica eccoci alla ricetta classica, con tra parentesi i trucchi a cui val la pena di prestare attenzione per un kaki-age asciutto e croccante. Versione "classica", in questo caso, nel senso che uso oggi quel che si trova fresco da queste parti in questa stagione:
1 seppia intera da circa 400 gr.
1/2 zucchina
1 piccola cipolla novella
6 o 7 taccole bianche, in totale circa 60 gr.
2 rapanelli
1 piccola carota
1/2 cucchiaio di semi di sesamo bianchi
sale
(ma anche porri, melanzane, coste, mais, patate dolci con la buccia, fagiolini, piselli, asparagi, carciofi, peperoncini verdi dolci, funghi, fiori di zucca, foglie di basilico, zucca gialla, zenzero fresco, foglie di crisantemo, radici di loto, daikon, germogli di bambù, foglie di shiso e mitsuba, castagne d'acqua, gamberi, noci di capesante e frutti di mare vari, sogliole, novellame, merluzzo, calamari, polipo... basta non miscelare mai più di tre ingredienti per volta e di solito non unire due pesci nella stessa frittella, con la sola eccezione tradizionale di capesante con gamberi, a quanto pare alla vera origine del piatto)
1 lt.di olio di arachidi, profumato con 1 cucchiaino di olio di sesamo
per la pastella (koromo):
125 gr. di farina 00 a basso contenuto di glutine (hakurikiko), + qualche cucchiaio per infarinare
circa 200 ml. di acqua ghiacciatissima (ideale è lasciarla in frigo con qualche cubetto di ghiaccio fino a che si è sciolto)
1 tuorlo d'uovo
per la salsa (tentsuyu):
120 ml. di dashi (brodo di alghe kombu e fiocchi di tonnetto secco)
30 ml. di salsa di soja
30 ml. di mirin (vino dolce di riso)
3 gr. di katsuobushi (fiocchi di tonnetto secco)
per il sale aromatico (go mijio matcha):
1 cucchiaio di sale marino in fiocchi
1/2 cucchiaino di tè verde matcha in polvere
Per la pastella di solito si usa acqua in quantità doppia della farina, ma il segreto sta nel setacciare un paio di volte con cura la farina e versarla in un contenitore trasparente, quindi disporre il tuorlo in un uguale recipiente e versarvi sopra tanta acqua ghiacciata quanta ne serve per raggiungere lo stesso livello della farina. La vera dose dell'acqua dipende dalla dimensione del tuorlo, nel mio caso per 125 gr. di farina ho usato 180 ml. di acqua ghiacciata.
(Attenzione: gli eventuali cubetti di ghiaccio vanno levati dall'acqua prima di usarla perché non devono entrare in contatto con l'uovo.)
Sbattere l'uovo con l'acqua (usando un paio di bacchette di bambù) e quando è ben amalgamato unirvi in un solo colpo la farina setacciata.
Mescolare lentamente e per poco tempo, per evitare che la pastella diventi collosa, non importa se restano dei grumi. Una scuola vuole la pastella usata subito, l'altra fatta riposare da un minimo di un'ora fino a 24 ore. Io ho provato entrambi i metodi e non ho trovato differenze sostanziali. In questo caso (esclusivamente per pure ragioni pratiche) ho preparato la pastella a pranzo per la cena.
(In ogni caso la pastella va sempre mantenuta molto fredda, conservandola sigillata in frigo se la si vuol fare maturare oppure tenuta lontana dai fuochi, in una ciotola inserita in un contenitore più grande pieno di ghiaccio, se la si usa al momento. Ovvio che in questo caso è l'ultima cosa da preparare dopo aver finito la salsa e tagliato tutti gli ingredienti da friggere.)
Per la salsa scaldare tutti gli ingredienti in un pentolino, sobbollire per un minuto in modo che si insaporisca bene, poi spegnere e filtrare. (L'ideale è servire la salsina tiepida, quindi, se non la si è preparata all'ultimo momento, ricordarsi che va leggermente scaldata appena prima di servire.)
Cospargere i fiocchi di sale con la polvere di tè e mescolarli delicatamente. (Nella salsa di solito si scioglie, a gusto del commensale, un pochino di daikon fresco grattugiato ed una punta di zenzero grattugiato, che donano all'insieme la loro perfetta freschezza. Qui ho preferito semplificarci la vita ed affiancare alla salsa semplicemente il sale aromatizzato, da usare come alternativa per intingervi le frittelle.)
Pulire la seppia estraendo le interiora senza romperle dalla sacca principale, eliminare la pelle superficiale sia dalla sacca che dai tentacoli e relative ventosine, aprire la sacca con un taglio, levare l'osso, sciacquarla e stenderla sul tagliere. Ridurre quindi sia la sacca che le alette laterali (tranne la parte più dura dell'attaccatura) che i tentacoli a dadini di circa 8 mm. Se ne ricavano in tutto circa 200 gr.
(Per il kaki-age si dovrebbero usare solo tentacoli e alette, ovvero lo "scarto" della seppia, riservando la parte "nobile" della sacca, tagliata a rettangoli uniformi, per il tenpura. Qui naturalmente tagliuzzo ed utilizzo tutto insieme... saremo anche massaie, ma raffinate!)
Scottare le taccole in acqua bollente leggermente salata per due minuti, scolarle e raffreddarle subito in acqua fredda. Asciugarle poi per bene con carta da cucina e tagliarle a piccole losanghe di circa 1 cm.
(A mano a mano che gli ingredienti vengono pronti conviene coprirli e conservarli separatamente in frigo, perché per una buona frittura devono essere ben freddi sia la pastella sia gli ingredienti che le si aggiungono.)
Sbucciare il cipollotto e tritarlo molto grossolanamente; tagliare la zucchina ben lavata per il lungo, eliminare la parte centrale lasciando circa 1/2 cm. di polpa attaccato alla buccia e tagliare poi quest'ultima a dadini; pelare la carota e tagliarla a dadini leggermente più piccoli della zucchina; lavare molto bene i rapanelli, tagliarli in 6 o 8 spicchi e ridurli a loro volta a dadini, in modo che rimanga un po' di buccia rossa su tutti i pezzetti.
[Io ho optato per un taglio mijingiri, a pezzettini. Se si sceglie invece una julienne (taglio sengiri), che trattiene meno pastella, si otterranno delle frittelle un po' più sottili e croccanti delle mie. Le dosi degli ingredienti a julienne restano comunque grossomodo le stesse, i tempi di cottura si abbreviano leggermente.]
In una ciotola miscelare la seppia con la cipolla (tranne un cucchiaio), le taccole ed i semi di sesamo, in un'altra unire alle zucchine le carote, i rapanelli e l'ultimo cucchiaio di cipolle. Spolverare entrambe le miscele con una presa di farina rimestando velocemente con le mani perché sia tutto ben asciutto, quindi versare metà della pastella in ogni ciotola e rimestare velocemente. (Se si pensa di non accompagnare con un dip umami o salato le frittelle, che per un Giapponese sarebbe parte integrante del piatto, conviene salare leggermente il mix e/o la pastella, altrimenti il kaki-age resta scondito.)
Scaldare l'olio in un wok o un pentolino dai bordi alti, portandolo a 170°. (La temperatura ideale è raggiunta quando una goccia di pastella lasciata cadere nell'olio affonda fino a metà altezza e poi torna a galla. Se galleggia e dora subito l'olio è troppo caldo, se tocca il fondo e fatica a risalire la temperatura è troppo bassa. Per tenere la temperatura costante conviene friggere sempre pochi kaki-age per volta.)
Friggere prima a cucchiaiate la miscela colorata di sole verdure, non più di due o tre frittelle per volta, poi quella bianca contenente la seppia, rivoltandole un paio di volte nell'olio.
Levare le frittelle quando sono croccanti ma ancora chiare, con le bacchette o una pinza perché perdano più olio possibile, ed adagiarle su carta assorbente. Ci vorranno circa un paio di minuti di cottura per quelle di verdura, qualche secondo in più per quelle di seppia. (Levare dall'olio eventuali briciole di pastella prima di calarvi le frittelle successive ed assicurarsi che la temperatura rimanga più costante possibile.)
(E' una regola del tenpura classico friggere prima le verdure e poi pesci e crostacei, per evitare di profumare troppo l'olio. Se si vogliono frittelle più gonfie aiutarsi con le bacchette modellando i kaki-age mentre friggono per donare loro una forma più sferica. I Giapponesi apprezzano molto anche forme fantasiose ed irregolari, determinate prevalentemente dal taglio degli ingredienti. Per le frittelle di sole verdure la temperatura dell'olio può essere anche leggermente più bassa, per quelle di solo pesce anche un pochino più alta.)
Disporre in numero dispari i kaki-age in piatti individuali rivestiti di cartapaglia o simili, miscelando i gusti o servendo due piattini di frittelle diverse a testa, e accompagnare con una ciotolina di salsa ed un piattino di sale aromatico per ciascun commensale.
(In Giappone, quando non ci sono foglie di loto, si usa un foglio speciale per fritti, che è assorbente da un lato e cerato dall'altro, in modo che l'eventuale unto non filtri sul cestino. Dal punto di vista compositivo, qualsiasi carta si usi, dovrebbe essere un rettangolo piegato in due in modo non perfettamente regolare, così che si possano intravedere contemporaneamente il dritto ed il rovescio della carta...)
(Nell'uso profondamente casalingo, mi hanno detto che i kakiage, ben scolati ed asciutti, una volta freddi si possono anche congelare, scaldandoli poi nel tostapane o in forno quando serve aggiungerli a riso o zuppe. Sinceramente non ho ancora provato. Sarà che sono un po' perplessa, sarà anche che non ne avanzano mai...)
Ed in chiusura alcune varianti sul tema, più o meno canoniche o curiose:
- usare un uovo intero al posto del solo tuorlo oppure eliminare completamente le uova
- miscelare alla farina un cucchiaio di amido di patate o di maizena
- sostituire la farina 00 con farina di riso
- salare leggermente la pastella
- unire un cucchiaio di aceto di riso, di sakè o di birra alla pastella
- usare un pizzico di lievito nella pastella
- usare acqua gasata al posto dell'acqua normale
- sostituire le uova con la maionese
- quasi dimezzare verdure e pesce per la stessa dose di pastella, se si apprezza più l'effetto "nuvoletta farcita" che quello "verdura pastellata"
- usare salsa Worcester come dip al posto della tentsuyu
- usare olio di soja per la frittura
- unire un cucchiaino di strutto all'olio di frittura...
Quali le regole, gli stimoli e le concessioni di questa tappa dell'MTC? Chiedetelo ad Alessandra e Daniela...
Ultima piccola nota personale: aperta a qualsiasi funambolica variazione in arrivo sul tema kaki-age, quello che mi piacerebbe riconoscere in realtà in ciascuna di esse è lo spirito profondamente giapponese della studiata cura per ogni gesto e della conseguente naturale armonia del'insieme...
Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone!
Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con Cipango, il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un siffatto destino?
Ma si consoli chi temeva ingredienti assurdi, perché ho pensato alla dispensa media di un italiano un po' più normale di me, e si rallegri anche chi aspettava una ricetta da dessert: propongo qui un classico della cucina popolare nipponica che per tradizione nasce salato ma che nulla vieta di interpretare in chiave totalmente dolce: il kaki-age (pronuncia "cachi-aghe"), ovvero... il tenpura delle casalinghe!
Già il nome è un programma: age deriva da ageru, friggere, kaki viene da kaki-mazeru, miscelare gli ingredienti con la pastella. In sostanza: si prepara la pastella del tenpura, il famosissimo fritto giapponese, ed invece di intingervi verdure, pesce e crostacei interi o a grosse ed artistiche fette li si riduce tutti a pezzettini e li si miscela alla pastella, che poi si frigge a cucchiaiate.
L'origine storica del tenpura è fatta risalire ai missionari portoghesi e marinai spagnoli che arrivarono in Giappone nel periodo Muromachi (dal nome della famiglia di shogun che governò quasi ininterrottamente il Paese dal il 1336 al 1573), portando con sè diversi piatti della tradizione iberica.
Si dice che il termine derivi proprio dal latino tempora, il tempo di Quaresima in cui la dieta degli Occidentali si doveva limitare a pesce e verdure, oppure dal portoghese tempero, cioè salsa o condimento, in sostanza un modo per insaporire degli ingredienti dal gusto base delicato.
Ad ogni modo la lingua giapponese preferisce le parole ben scandite, quindi la m si è trasformata con l'uso in una più secca n ed il termine giapponese è diventato definitivamente tenpura, tanto che ora in Giapponese il prefisso ten- precede il nome di tutti i piatti in cui compare qualche ingrediente fritto in pastella.
Come sempre nella mentalità giapponese, qualsiasi cosa diventa una forma d'arte, in cui l'estetica non è mai concepita come separata dal significato e dal contenuto di ogni gesto e di ogni prodotto da esso derivato. Anche cucinare un perfetto tenpura significa dunque sottostare a precise regole che organizzano meticolosamente la preparazione della pastella e della salsa di accompagnamento, così come il controllo della cottura e, particolarmente importante, il taglio prima e la disposizione nel piatto poi degli ingredienti della frittura.
Ovvio che le povere casalinghe giapponesi, così come i venditori delle friggitorie di strada, non avevano ne' tempo ne' voglia (ne' perizia) sufficienti per seguire alla lettera tutti i dettami, ma erano talmente ingolositi da questo speciale fritto in pastella, inizialmente un piatto destinato solo alle tavole di corte, da inventarsene una versione semplificata.
Così il nobile tenpura si evolve in popolare kaki-age, una sorta di pratico e gustosissimo "svuotafrigo" in cui gli ingredienti non sono tagliati secondo i rigidi dettami del kiru (l'arte del taglio del cibo) e presentati secondo le regole estetiche del moritsuke (arte della presentazione del cibo), ma vengono semplicemente ridotti in piccoli pezzetti e miscelati alla pastella, per ricavarne delle frittelle sottili e piatte oppure tonde e gonfie.
Il kaki-age a sua volta è stato poi naturalmente (!) codificato, per cui ora ogni zona, ogni stagione ed ogni famiglia del Giappone hanno il loro speciale mix di ingredienti da miscelare alla pastella: solo vegetali (versione detta shoijin, ovvero derivata dalla tradizione vegetariana dei monaci, senza nemmeno l'uovo nella pastella) o con pesce miscelato a verdure.
Si tratta dunque di un cibo molto popolare, spesso presente sui banchetti di streetfood e nelle fiere; inoltre, come da noi ci sono pizzerie o ristoranti specializzati ad esempio in pesce, nel Giappone contemporaneo esistono moltissimi locali che propongono esclusivamente questa prelibatezza, sia a livello di trattoria che di ristorazione ad altissima levatura.
Insomma: da piatto yoshoku, di derivazione straniera, nei secoli il kaki-age è diventato oramai un piatto washoku, cioè tipicamente giapponese, che nella traduzione letterale significa, infatti, "armonia del cibo"...
Le frittelle di kaki-age si mangiano da sole, bollenti di frittura in un pasto seduto e nel cartoccio del venditore di strada, ma vengono consumate anche come snack dentro un bento, diventano un ingrediente di un più vasto tenpura oppure vengono adagiate sopra una ciotola di riso caldo (tendon) o dentro una zuppa di noodle (tenzaru), per giocare con profumi e croccantezze differenti.
Nella tradizione sono sempre completate dalla loro specifica salsa tentsuyu, ovvero una "salsa da fritto" dal sapore decisamente umami che sottolinea la naturale sapidità degli ingredienti pastellati, mentre nelle interpretazioni più recenti (comode, per dire, per chi non si ritrova sempre in casa il brodo dashi od il vino mirin...) le frittelle vengono accompagnate da uno o più sali aromatizzati, disposti di solito in un angolo del piatto, spesso a forma di cono per ricordare la sagoma del monte Fuji. (Ovvio che qui ci si può scatenare all'infinito e che in caso di interpretazione dolce, in Giappone per la verità sconosciuta, il sale potrebbe diventare zucchero... e noi siamo qui anche per questo!)
Bene, dopo tutta questa spatafiata storico-linguistica eccoci alla ricetta classica, con tra parentesi i trucchi a cui val la pena di prestare attenzione per un kaki-age asciutto e croccante. Versione "classica", in questo caso, nel senso che uso oggi quel che si trova fresco da queste parti in questa stagione:
Bakushu kaki-age - Frittelle giapponesi di inizio estate
ingredienti per circa 8-10 pezzi per ognuno dei due gusti:1 seppia intera da circa 400 gr.
1/2 zucchina
1 piccola cipolla novella
6 o 7 taccole bianche, in totale circa 60 gr.
2 rapanelli
1 piccola carota
1/2 cucchiaio di semi di sesamo bianchi
sale
(ma anche porri, melanzane, coste, mais, patate dolci con la buccia, fagiolini, piselli, asparagi, carciofi, peperoncini verdi dolci, funghi, fiori di zucca, foglie di basilico, zucca gialla, zenzero fresco, foglie di crisantemo, radici di loto, daikon, germogli di bambù, foglie di shiso e mitsuba, castagne d'acqua, gamberi, noci di capesante e frutti di mare vari, sogliole, novellame, merluzzo, calamari, polipo... basta non miscelare mai più di tre ingredienti per volta e di solito non unire due pesci nella stessa frittella, con la sola eccezione tradizionale di capesante con gamberi, a quanto pare alla vera origine del piatto)
1 lt.di olio di arachidi, profumato con 1 cucchiaino di olio di sesamo
per la pastella (koromo):
125 gr. di farina 00 a basso contenuto di glutine (hakurikiko), + qualche cucchiaio per infarinare
circa 200 ml. di acqua ghiacciatissima (ideale è lasciarla in frigo con qualche cubetto di ghiaccio fino a che si è sciolto)
1 tuorlo d'uovo
per la salsa (tentsuyu):
120 ml. di dashi (brodo di alghe kombu e fiocchi di tonnetto secco)
30 ml. di salsa di soja
30 ml. di mirin (vino dolce di riso)
3 gr. di katsuobushi (fiocchi di tonnetto secco)
per il sale aromatico (go mijio matcha):
1 cucchiaio di sale marino in fiocchi
1/2 cucchiaino di tè verde matcha in polvere
Per la pastella di solito si usa acqua in quantità doppia della farina, ma il segreto sta nel setacciare un paio di volte con cura la farina e versarla in un contenitore trasparente, quindi disporre il tuorlo in un uguale recipiente e versarvi sopra tanta acqua ghiacciata quanta ne serve per raggiungere lo stesso livello della farina. La vera dose dell'acqua dipende dalla dimensione del tuorlo, nel mio caso per 125 gr. di farina ho usato 180 ml. di acqua ghiacciata.
(Attenzione: gli eventuali cubetti di ghiaccio vanno levati dall'acqua prima di usarla perché non devono entrare in contatto con l'uovo.)
Sbattere l'uovo con l'acqua (usando un paio di bacchette di bambù) e quando è ben amalgamato unirvi in un solo colpo la farina setacciata.
Mescolare lentamente e per poco tempo, per evitare che la pastella diventi collosa, non importa se restano dei grumi. Una scuola vuole la pastella usata subito, l'altra fatta riposare da un minimo di un'ora fino a 24 ore. Io ho provato entrambi i metodi e non ho trovato differenze sostanziali. In questo caso (esclusivamente per pure ragioni pratiche) ho preparato la pastella a pranzo per la cena.
(In ogni caso la pastella va sempre mantenuta molto fredda, conservandola sigillata in frigo se la si vuol fare maturare oppure tenuta lontana dai fuochi, in una ciotola inserita in un contenitore più grande pieno di ghiaccio, se la si usa al momento. Ovvio che in questo caso è l'ultima cosa da preparare dopo aver finito la salsa e tagliato tutti gli ingredienti da friggere.)
Per la salsa scaldare tutti gli ingredienti in un pentolino, sobbollire per un minuto in modo che si insaporisca bene, poi spegnere e filtrare. (L'ideale è servire la salsina tiepida, quindi, se non la si è preparata all'ultimo momento, ricordarsi che va leggermente scaldata appena prima di servire.)
(Per il kaki-age si dovrebbero usare solo tentacoli e alette, ovvero lo "scarto" della seppia, riservando la parte "nobile" della sacca, tagliata a rettangoli uniformi, per il tenpura. Qui naturalmente tagliuzzo ed utilizzo tutto insieme... saremo anche massaie, ma raffinate!)
Scottare le taccole in acqua bollente leggermente salata per due minuti, scolarle e raffreddarle subito in acqua fredda. Asciugarle poi per bene con carta da cucina e tagliarle a piccole losanghe di circa 1 cm.
(A mano a mano che gli ingredienti vengono pronti conviene coprirli e conservarli separatamente in frigo, perché per una buona frittura devono essere ben freddi sia la pastella sia gli ingredienti che le si aggiungono.)
Sbucciare il cipollotto e tritarlo molto grossolanamente; tagliare la zucchina ben lavata per il lungo, eliminare la parte centrale lasciando circa 1/2 cm. di polpa attaccato alla buccia e tagliare poi quest'ultima a dadini; pelare la carota e tagliarla a dadini leggermente più piccoli della zucchina; lavare molto bene i rapanelli, tagliarli in 6 o 8 spicchi e ridurli a loro volta a dadini, in modo che rimanga un po' di buccia rossa su tutti i pezzetti.
In una ciotola miscelare la seppia con la cipolla (tranne un cucchiaio), le taccole ed i semi di sesamo, in un'altra unire alle zucchine le carote, i rapanelli e l'ultimo cucchiaio di cipolle. Spolverare entrambe le miscele con una presa di farina rimestando velocemente con le mani perché sia tutto ben asciutto, quindi versare metà della pastella in ogni ciotola e rimestare velocemente. (Se si pensa di non accompagnare con un dip umami o salato le frittelle, che per un Giapponese sarebbe parte integrante del piatto, conviene salare leggermente il mix e/o la pastella, altrimenti il kaki-age resta scondito.)
Scaldare l'olio in un wok o un pentolino dai bordi alti, portandolo a 170°. (La temperatura ideale è raggiunta quando una goccia di pastella lasciata cadere nell'olio affonda fino a metà altezza e poi torna a galla. Se galleggia e dora subito l'olio è troppo caldo, se tocca il fondo e fatica a risalire la temperatura è troppo bassa. Per tenere la temperatura costante conviene friggere sempre pochi kaki-age per volta.)
Friggere prima a cucchiaiate la miscela colorata di sole verdure, non più di due o tre frittelle per volta, poi quella bianca contenente la seppia, rivoltandole un paio di volte nell'olio.
Levare le frittelle quando sono croccanti ma ancora chiare, con le bacchette o una pinza perché perdano più olio possibile, ed adagiarle su carta assorbente. Ci vorranno circa un paio di minuti di cottura per quelle di verdura, qualche secondo in più per quelle di seppia. (Levare dall'olio eventuali briciole di pastella prima di calarvi le frittelle successive ed assicurarsi che la temperatura rimanga più costante possibile.)
(sopra shiro kaki-age, frittella bianca,
sotto bocchan kaki-age, frittella tricolore)
sotto bocchan kaki-age, frittella tricolore)
Disporre in numero dispari i kaki-age in piatti individuali rivestiti di cartapaglia o simili, miscelando i gusti o servendo due piattini di frittelle diverse a testa, e accompagnare con una ciotolina di salsa ed un piattino di sale aromatico per ciascun commensale.
(In Giappone, quando non ci sono foglie di loto, si usa un foglio speciale per fritti, che è assorbente da un lato e cerato dall'altro, in modo che l'eventuale unto non filtri sul cestino. Dal punto di vista compositivo, qualsiasi carta si usi, dovrebbe essere un rettangolo piegato in due in modo non perfettamente regolare, così che si possano intravedere contemporaneamente il dritto ed il rovescio della carta...)
(Nell'uso profondamente casalingo, mi hanno detto che i kakiage, ben scolati ed asciutti, una volta freddi si possono anche congelare, scaldandoli poi nel tostapane o in forno quando serve aggiungerli a riso o zuppe. Sinceramente non ho ancora provato. Sarà che sono un po' perplessa, sarà anche che non ne avanzano mai...)
Ed in chiusura alcune varianti sul tema, più o meno canoniche o curiose:
- usare un uovo intero al posto del solo tuorlo oppure eliminare completamente le uova
- miscelare alla farina un cucchiaio di amido di patate o di maizena
- sostituire la farina 00 con farina di riso
- salare leggermente la pastella
- unire un cucchiaio di aceto di riso, di sakè o di birra alla pastella
- usare un pizzico di lievito nella pastella
- usare acqua gasata al posto dell'acqua normale
- sostituire le uova con la maionese
- quasi dimezzare verdure e pesce per la stessa dose di pastella, se si apprezza più l'effetto "nuvoletta farcita" che quello "verdura pastellata"
- usare salsa Worcester come dip al posto della tentsuyu
- usare olio di soja per la frittura
- unire un cucchiaino di strutto all'olio di frittura...
Quali le regole, gli stimoli e le concessioni di questa tappa dell'MTC? Chiedetelo ad Alessandra e Daniela...
Ultima piccola nota personale: aperta a qualsiasi funambolica variazione in arrivo sul tema kaki-age, quello che mi piacerebbe riconoscere in realtà in ciascuna di esse è lo spirito profondamente giapponese della studiata cura per ogni gesto e della conseguente naturale armonia del'insieme...
- rivoli affluenti:
- per un fritto come si deve... al di là delle mie farneticazioni date retta a chi se ne intende di più: Ernst Knam, Fritti, Reed Business Formation
- spero non sembri fuori luogo un ennesimo (per me) rispettoso accenno all'emergenza dei terremotati giapponesi, di cui dopo nemmeno tre mesi non parla più nessuno ma che continuano a necessitare di aiuto, e la conseguente citazione della raccolta fondi a favore della Croce Rossa Giapponese organizzata dal Consolato Generale del Giappone
E vai...
RispondiEliminaanzi andiamo tutti in Giappone
Bella sfida, la raccolgo volentieri
Ciao
A parte il fatto che le suddette sono fuori e basta, e non perché hanno scelto te, questa sfida mi spaventa da morire, perché io sono una veloce, una che ha come mito Nigella, che è il massimo della raffazoneria, che non fa niente in maniera precisa, che odia il fritto (non mangiarlo, s'intende!)... come faccio ad eguagliare tale precisione e maestria???????
RispondiEliminaUn bacio grande, comunque! ;)
Ricetta splendida e post interessantissimo!
RispondiEliminaGrazie infinite per tutte le preziose informazioni che ci hai fornito, era da tempo che volevo provare una frittura in Japanese style. Grazie!
Lo credo che non riesci ad avanzarne, ho la bava alla bocca!
RispondiEliminaEnrico
che post meraviglioso !!!
RispondiEliminaanche io sono molto affascinata dai Giapponesi e dalla loro cultura sono proprio emozionata di partecipare a questa ricetta GRAZIE. speriamo di essere all'altezza
@gianni: e quanto ci divertiremo?!!!
RispondiElimina@fantasie: semplice, ci insegnerai le regole raffazzonate del kakiage spettinato!
@cle: grazie a te. Devo ammettere che friggo raramente ma quando mi ci metto friggo mezzo mondo... Ora sono anch'io curiosissima di capire cosa succederà!
@enrico: vedo che mi capisci...
@flaminia: dai, gliel'abbiamo insegnato noi europei a friggere in pastella, perchè non dovremmo ora esserne all'altezza?
un post stupendo!! Le informazioni sono davvero preziose!
RispondiEliminaQuesta sfida mi carica... MI PIACEEEEEEEE!
Buona domenica :)
Penso di non aver mai dedicato tanto tempo alla lettura di un post....in tutta la mia vita!
RispondiEliminaAd ogni tua parola mi accorgevo di non sapere niente e così...piccola ricerca, poi un'altra, poi un'altra ancora!
Ho preso più appunti oggi che in tanti anni di onorata carriera scolastica.
E' davvero stimolante ed affascinante questa sfida, credo che per la prima volta non trasformerò niente, per me sarebbe un successo capire e provare il piatto così come lo hai raccontato tu!
Un saluto
Fabi
OMG....... adoro la tenpura di pesce... avrei un'idea, ma non so mica se sarò in grado..... OMG..OMG..OMG.......come si dice OMG in giapponese???? :( ...E COME SI DICE..BUONA DOMENICA????baci, Flavia
RispondiElimina:D bella sfida!!! sto già studiando per capirne di +!
RispondiEliminama quindi si può fare di pesce e verdure insieme!?!??!?!
..sappi che questo mese ti darò i tormenti -.-" non denunciarmi per stalking però! :S hahahah
RispondiElimina:OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
RispondiEliminala mia faccia dopo il post!
E' stupendo perchè mi ritengo "ignorantissima in materia...." e quindi ogni spunto e notizia è stata davvero una novità per me.
vedo però la sfida davvero difficoltosa :O
Però ci proverò! Mi rileggerò il post almeno 50 volte!!!!
^_^
Il fascino del Giappone è ineguagliabile.Ho sempre fantasticato su questo paese e su una figura giapponese in particolare: la geisha.La immagino di "tutto punto" servire questo tuo piatto meraviglioso.
RispondiEliminaGrazie tante per tutte le preziose informazioni che ci regali ogni volta.Un abbraccio a presto.
Difficile, difficile ma il bello sarà studiare e provarci.
RispondiEliminaBuona domenica e complimenti per questo blog che ho scoperto proprio grazie all'MTC.
accidenti se è complicato!!!!....faro' il possibile
RispondiEliminacome ho già scritto su menuturistico, questa sfida per me è difficilissima! sono una verza a friggere! nel senso che sono imbranata e ho "paura" dell'olio che sfriguglia...ma, "nulla accade per caso", come dici, e quindi con tutta la filosofia zen che posso mi cimenterò in questa ricetta molto "oriental" ...e mai come per questo MT per me vale il motto:l'importante è partecipare!:-) grazie per avermi dato l' oppurtunità di mettermi alla prova e complimenti per il blog!
RispondiEliminaquanti spunti!!! grazie per questo post meraviglioso, adesso bisogna cominciare a studiare...
RispondiEliminabacioni
AMAPATE!!!!!!
RispondiEliminaHo letto e anche fatto coppia incolla dei compiti.
Sarà un onore partecipare!
besos
@ginestra: ossignùr, se ti senti carica tu che sei già vulcanica di tuo qui dobbiamo cominciare a tremare!
RispondiElimina@fabiana: mi hai riempito talmente di complimenti intrinseci che mi sento davvero onorata. Grazie.
@eli.fla: mi fai morire! OMG in giapponese? Non saprei, finora li ho sentiti esprimere emozioni solo con degli educatissimi "ooh" e "aah". Dovrò informarmi...
@eres: pesce e verdura miscelati, o anche solo pesce o sola verdura... o qualsiasi altra cosa ti possa venire in mente.
(Sì, denunciare a chi? Al tribunale dell'MTC? Ma se sotto sotto è tutta colpa loro...)
@cranberry: guarda... pensala come frittella di frutta accompagnata da zuccheri profumati e vedi che le difficoltà spariscono come per magia! (e poi non dire che in fondo non ho ascoltato il tuo accorato appello...)
@annamaria: grazie a te per avermici infilato, in questo tunnel... Bello il tuo richiamo, sulla grazia ed eleganza delle geiko davvero potremmo non finire mai di parlare. Ma prima o poi vedrai che ci arrivo, con qualche post specifico...
@natalia: hai ragione, anche io ho scoperto un sacco di blog "affini" attraverso l'MTC. Per questo continuavo a partecipare. Chi se l'immaginava mai di ritrovarmici catapultata dentro davvero?
@rosaria: il trucco non è tanto la pastella o la temperatura dell'olio... Il segreto sta nel guardarsi dentro per trovare un'idea che ti ingolosisca ed insieme ti dia serenità. Da lì nasce l'armonia dei gesti e degli abbinamenti, quindi il piatto "giusto", che ti fa stare bene mentre lo cucini e mentre lo gusti. Il che è molto meno complicato a farsi che a dirsi.
@laroby: mettersi alla prova per vincere una paura... Accidenti che responsabilità mi dai! Un approccio totalmente zen...
Lo scopo vero potrebbe essere anche più easy: arrivare nell'MTC a divertirti perfino friggendo!
E se indossi occhiali da sci e guantoni da cucina magari la paura passa e una risata in più arriva a sorpresa.
@cristina: mescola però lo studio con l'istinto e vai verso ciò che ti attrae perchè ti sembra insieme sia bello che buono...
@mai: che bello, sono felice che tu ci sia e curiosa di capire cosa ti inventerai.
RispondiEliminaHai scritto cose interessantissime, che mi aprono un mondo a me quasi sconosciuto, nonostante prepari spesso il tenpura. Che bello imparare divertendosi! Grazie :)
RispondiElimina@michela: imparare divertendosi, lo stesso commento che mi è venuto spontaneo quando ho scoperto il tuo blog!
RispondiEliminaE dato che tu un kaki-age un po' sparso l'hai già presentato per i risi e bisi... che ti rimane da fare, davvero, se non divertirti ancora di più?
Io adoro il fritto!!! Il tuo post è molto istruttivo, grazie! :-) Me lo stampo così me lo posso rileggere bene e con calma... Sai che il kaki-age mi ricorda una ricetta che mi hanno insegnato dei ragazzi coreani? Si chiama He Mul Fa Gion...
RispondiEliminami diverto! oooh siii che mi diverto stavolta!!
RispondiEliminafantastico il tuo post e ho anche curiosato il blog in genere... bellissimo e interessantissimo. non avrei mai creduto che il tempura fosse di origine iberica...
sei fantastica!
a divertirsi!
Splendida idea e splendido post e complimenti per la vittoria e la faticaccia che ti aspetta! :-)
RispondiEliminaDavvero difficile per me che non friggo mai...ma mi impegnerò ! Complimenti per il post dettagliato e preciso! Devo studiare!!!!!
RispondiEliminabaci
@aleonlykitchen: hai ragione, i jeon sono delle fritti coreani in pastella con un'infinità di varianti. La differenza fondamentale con il fritto di cui sopra è che i jeon si dorano in padella con poco condimento mentre i kaki-age prevedono una frittura profonda in abbondante olio. E poi i jeon spesso contengono kimchi, quindi sono un po' piccanti.
RispondiElimina@eleonora: in effetti si scoprono le cose più curiose frugando tra storia e geografia.
E mi fa molto piacere sapere che qui ci si sta divertendo in tanti, son contenta!
@alessandro: grazie mille. Certo che... voi veterani potevate pure avvertirmi!
@elena: partecipando all'MTC non si finisce mai di portare nella propria cucina nuovi ed imprevisti stimoli. Per questo mi è piaciuto così tanto fin dall'inizio: è fatto apposta per i curiosi...
Eccomi agli antipodi del giappone, in tutti i sensi, qui il pressapochisismo é un'arte.
RispondiEliminaSaró sufficientemente jap inside ? ( e se mi scappa la panna :DD).
Adesso due domande serie:
1. la farina di riso va bene ?
2. Questa meraviglia di post te lo posso tradurre in spagnolo ad uso e consumo dei lettori ispano parlanti?
Baci dal sud...
Interessantissimo il nuovo tema dell'MTC challenge di questo mese ^__^!! Da ammiratrice del Giappone, stavolta farò il possibile per partecipare, sperando di riuscire a preparare un "tenpura" decente ^^''!!
RispondiEliminaCiao :D!
Bellissima sfida
RispondiEliminacome ho saputo dell'oggetto della sfida ho subito pensato questa volta mi astengo i fritti proprio non mi riescono ....... poi sono venuta qui e dopo aver letto tutto il bellissimo post ho cambiato idea, mi hai affascinato e non posso rinuciare
forse la rifarò fedelmente (non ho fantasia quando si tratta di fritto) non verrà bene come la tua, ma sicuramente ce la metterò tutta
grazie per la scelta
a presto
smack Manu
Che voglia, di fritto e di Giappone e di precisione e di regole in movimento
RispondiEliminaE sì, non ne parla più nessuno, e questo silenzio pesa.
Oh cavolo che meraviglia! Mi dispiace davvero non poter partecipare...
RispondiEliminaSgrunt!
Fai finta che lo abbia fatto però, perché ad onorare la tua vittoria ci tenevo ;-)
Un bacione!
Mai come questa volta mi sento inadeguata.
RispondiEliminaMa grazie per tutto quello che mi fai imparare...
@glu.fri: certamente sì ad entrambe le domande serie. Anzi: a tutte e tre!
RispondiElimina@giuliana: certo, ti propongo quasi il tuo piatto nazionale e vuoi avere dubbi? Ti verrà una meraviglia. (E poi in versione kaki-age con tutto spezzettato è anche più facile...)
@manu: spesso quello dei fritti è più un blocco mentale che seriamente operativo. Zio Piero docet, no?!
@artemisia: sto lavorando per parlarne in modo decsamente più roboante. Tra un po'. E grazie, che voglia anche per me di armonia e di naturalezza dei gesti e di pioggia e sole insieme e di colline e di papaveri e di gatti. E di silenzi buoni...
@muscaria: sei sempre in tempo a buttar lì due frittelline di creta, volendo...
@arabafelice: non colgo il nesso tra il tuo nome e la parola "inadeguata". E' proprio il concetto di inadeguatezza legato alla tua persona che mi sfugge, chissà perchè...
Oh cavolo, hai ragione!
RispondiEliminaVoglio proprio vedere quante rinunceranno, questo mese. Cosa vuoi, di fronte alla tua esecuzione e alla tua descrizione cosi' dettagliata me le hai demotivate :)))))
RispondiEliminaciao, io ti ho conosciuta solo ieri grazie all'MT
RispondiEliminaE per fortuna aggiungerei! La cucina giapponese, ma la loro cultura in genere mi affascinano da sempre. Soprattutto l'arte che riescono a mettere anche nelle cose quotidiane, nella disposizione degli ingredienti in un piatto, dei fiori in un vaso, delle piante in un giardino, insomma adoro quella delicatezza con cui riecono a rendere tutto meravigliosamente alto.
Detto questo sono strafelice della ricetta del mese, anche se anch'io mi sento inadeguata a cercare di riprodurre tanta armonia e bellezza, ma proverò a fare del mio meglio. Grazie!
Un bacio
Un bacio
Gran bel post come sempre! Non sono una maga nelle fritture ma ci provo, la cosa più' difficile da interpretare e' l'armonia in stile giapponese, non si improvvisa e non si acquisisce con semplici e rapide letture, giusto?
RispondiElimina@corradoT: lo scopo del post dettagliato era, al contrario, quello di semplificare le cose spiegando bene i trucchi per chi non fosse un habitué delle fritture. Tra l'altro molte regioni d'Italia hanno una gran tradizione di fritti, tra dolci e salati, quindi non pensavo di creare vere difficoltà a nessuno.
RispondiEliminaSarei mortificata se avessi allontanato qualcuno, anche se l'MTC rispetto a qualsiasi altro contest ha uno spirito molto meno competitivo e molto più di condivisione, quindi credo prevalga la voglia di confrontarsi con gli altri e con se stessi per scambiarsi conoscenze, più che quella di dimostrarsi più bravi degli altri.
Almeno... io l'ho vissuta sempre così e speravo che da questo post emergesse tutta la mia buona volontà ed un grande desiderio di collaborazione. Se a qualcuno il post può sembrare saccente o altero davvero mi scuso, le intenzioni erano assolutamente quelle opposte!
@viola: ciascuno ha una propria armonia interiore che esprime in ogni gesto, anche culinario. Quella è la bellezza che devi cercare, e non credo che per te sarà difficile, visti per esempio quanto toccano gli occhi ed il cuore i tuoi fiorellini di agar agar alla menta nei risi e bisi, per dire...
(PS anch'io ti ho scoperta attraverso l'MTC ed il tuo blog mi è piaciuto da morire!)
@cristina: per acquisire una vera armonia giapponese... bisogna essere Giapponesi, suppongo! Credo sia più che sufficiente che tu interpreti la TUA personale forma di armonia.
Adoro la tempura e ho provato svariate ricette, questa però di vari ingredienti insieme mai! ci proverò e spero di non deluderti. a presto ciao marica
RispondiEliminaNon volevo dire che tu avessi scritto in modo saccente, assolutamente. Volevo essere spiritoso, ponendo l'accento sulla tua precisione e sulle possibili reazioni di certune. Resto convinto che qualcuna si sara', diciamo cosi', spaventata, ma sono altrettanto convinto che chi partecipa ci mettera' piu' entusiasmo del solito.
RispondiEliminaOddio, rileggendomi sembrava di aver a che fare con un politico...
Personalmente non partecipo all'MTC perche' a me piace improvvisare; e pubblicare quello che pare a me quando pare a me.
SI, sono proprio il meno adatto a parlare :)
@marica: difficilissimo che le persone (e le ricette) curiose come te possano deludere...
RispondiElimina@corradoT: non ti dico quanto fossi spaventata io davanti al danubio! Per me finora è stata una vera fortuna che nessuno abbia ancora proposto torte e dolcetti vari... e so che tu in questo mi puoi capire! Ad ogni modo il bello dell'MTC è proprio che pima impari attraverso le istruzioni degli altri e poi ti sbizzarrisci con la fantasia.
Comunque il tuo parere da "occhio esterno" è sempre molto utile e ti ringrazio
Mannaggia...qui se c'è una davvero poco zen (o per nulla) sono io e non conosco per niente la cucina giapponese! Sarà dura eh....ma ci provo!
RispondiEliminaUn abbraccio
Paola
@piccoLina: questo è esattamento lo spirito MTC. E comunque non prenderle per forza come frittelle giapponesi, immaginale come italiane. Se noti non è obbligatorio nessun ingrediente fuori dalla nostra filosofia culinaria...
RispondiElimina@angelica: devo avere qualche problema con blogger, il tuo profilo al momento mi risulta inaccessibile, ci riprovo domani. Comunque ho guardato il sito. Al momento ha un'impostazione prevalentemente commerciale, che non è esattamente nelle mie corde. Se avrà sviluppi diversi in futuro aggiornami e sarò lieta di rivisitarvi.
Ho già accennato a Ale e Dani che non so se farò in tempo a partecipare (a malincuore)causa organizzazione pranzo finale del mio contest, e ora dopo aver letto il tuo post, se non partecipo lo farei ancora di più a malincuore..che dire...a questo giro...proprio last minute deciderò se accettare o meno la sfida....Comunque se non lo faccio pe l'MT, il kaki-age, di sicuro lo farò per me...con calma e te lo farò sapere...grazie!
RispondiEliminaUn bacio
Claudia
@claudia: ma dai, con tutte quelle belle uoua... Aggiungi un pugno di farina, qualcosa tagliuzzato dall'orto ed è fatta!
RispondiEliminaChe bellissimo post! Quante cose ho imparato leggendolo! Grazie.
RispondiEliminaFriggere non è il mio forte ma partecipo molto volentieri...non sia mai che non raccolga una sfida....:))
Buona giornata.
Sabrina
Anf, pant: sono stata al mare e solo oggi ho visto la ricetta della sfida.
RispondiEliminaInnanzi tutto sono contentissima che abbia vinto tu, che sei bravissima anche se fai finta di non saperlo. :-)
La sfida sul kaki-age è bellissima, sto già scervellandomi per trovare la mia personale interpretazione (che non sia una cosa raffazzonata e fatta alla bell'e meglio come al mio solito).
Intanto GRAZIE DI CUORE per la ricetta e per il richiamo agli aiuti al Popolo Giapponese, dignitoso ma bisognoso in questo particolare momento.
Un abbraccio.
Mapi
@sabrina: e se dai risi e bisi sei arrivata ai baccelli panati non oso immaginare da questa sfida cosa riuscirai a produrre!
RispondiElimina@mapi: Stati Uniti, mare... oh, basta gironozolare! Adesso fermati per un momento e torna a concentrarti sulla cucina. Dopo cioccolato zola e pancetta (ho testato il mix in un muffin: da urlo!) da quelle mani potrebbe uscire qualsiasi cosa...
Mi piace un sacco questa ricetta, vediamo cosa posso inventarmi.
RispondiEliminaTu...ti droghi! :P ahahahahahaahhaahahahaha
RispondiElimina@gloria: perfetto, ti aspettiamo.
RispondiElimina@gambetto: questo mi pare evidente!!!
(Però hai visto che brava? Non ci ho nepure messo le alghe...)
Che meraviglioso post Acquaviva. Mi sono persa sognando dietro le tue parole. Un po' mi fa sensazione partecipare a questa nuova sfida da te lanciata con tanta grazia, ritornando verso il Giappone che ironicamente avevo citato proprio nella mia ricetta sui Risi e Bisi di Annamaria. Ma questo gioco è veramente entusiasmante perchè ci trascina dentro luoghi fantastici come il tuo blog, così evocativo e ricco di informazioni che mi fanno sentire assetata e vogliosa di saperne di più. Ti ringrazio di cuore. I viaggi sono il mio lavoro ma non ho mai visitato il Giappone e questa ulteriore dedica che tu gli hai fatto, me lo ha reso ancora più affascinante e forse anche più vicino. Incrociamo le bacchette e proviamoci. Un abbraccio, Pat
RispondiEliminaIo ho appena finito di sistemare la cucina dopo aver prodotto il mio contributo all'MT challenge di Giugno! In settimana mi cimento anche in una variazione dolce :-)
RispondiEliminaGrazie ancora della stimolante sfida!
@patty: figurati che a me fa sensazione stare da questa parte della barricata... Mi sa che ci dovremo adeguare tutte e due!
RispondiEliminaQuello atrtraverso i sapori è un ottimo approccio per conoscere Paesi, popoli e culture differenti dalle nostre. Chissà che non ti venga la tentazione di partire poi per davvero...
@alessandro: non sto più nella pelle dalla curiosità!!! Per fortuna il periodo di sospensione è agli sgoccioli e da domani si comincia a ballare sul serio. Attendo scalpitante tue news...
Ho appena postato la prima... :-)
RispondiElimina@alessandro: lo sapevo che sarebbe valsa la pena di aspettarti...
RispondiEliminasono finalmente riuscita a trovare il tempo ma soprattuto la calma necessaria per leggermi tutto il tuo post... il week end si presta all'esecuzione, ora devo solo decidere gli ingredienti! bacioni e complimenti!
RispondiEliminaEccomi: anche questa volta una doppia versione, perchè il dolcino finale mi mancava troppo ...
RispondiEliminahttp://noidueincucina.blogspot.com/2011/06/sicilian-kaki-age-per-non-dimenticare.html
baci
Stefania Profumi&Sapori
@lucia: aspetto con piacere la tua creazione, grazie!
RispondiElimina@stefania: ...oserei dire versione tripla! Brava!
Ciao cara
RispondiEliminaeccomi sono arrivata, ho cercato di attenermi alla tua ricetta perchè troppo buona per modificarla
kaki-age .... frittelle giapponesi di inizio estate
grazie
smack Manu
Ho copiato la ricetta della pastella modificando gli ingredienti, la prima volta è venuta molto meglio di quella che ti spedisco come foto... ma ieri con il caldo... ho veramente faticato a friggere!!! ecco la mia versione
RispondiEliminahttp://www.cookingwithmarica.net/2011/06/22/tenpura-kaki-age-giapponese/
seguo il tuo blog e mi è piaciuto un sacco questo contest saluti golosi marica
@manu: e per fortuna che sei arrivata, così mentre tu ti gusti il tuo kaki-age... io me lo provo ad immaginare. Mi è tornata una fame...
RispondiElimina@marika: onore al merito, friggere in una giornata afosa è ancora più eroico. Grazie mille a te.
È la prima volta che entro da te e anche che mi avvicino all'MTC!! Bello e interessante e il tuo post è di una precisione assoluta...ma questo te lo hanno già detto tutti! Spero di fare in tempo a partecipare...un saluto, franci
RispondiEliminaBellissimo post! Da oggi ti seguo anche io :)
RispondiEliminaciao cara, dopo lunghe riflessioni ecco la mia interpretazione del Kaki age....
RispondiEliminahttp://zuccheroeviole.blogspot.com/2011/06/kaki-age.html
Un bacio e a presto
@franci: spero anch'io che tu riesca a divertirti preparando kaki-age e pensando a questa strana banda dell'MTC. Se puoi ti aspetto...
RispondiElimina@monica: grazie. Ti avverto: i miei post (e le mie ricette) sono sempre un po' strani... spero che alla lunga ti ci abitui!
@viola: apprezzo la durata, la profondità e l'esito delle tue riflessioni. Assolutamente senza parole.
ecco fatto! come mi avevi suggerito tu, prima ho un pochino studiato il tuo post, ma poi ho preparato una cosa semplice che mi ha fatto sentire assolutamente a mio agio. voilà: http://vissidicucina.blogspot.com/2011/06/un-omaggio-al-giappone-nuvolette.html
RispondiEliminaun abbraccio
Ti ho conosciuta ora...interessante e dettagliato il tuo racconto,complimenti!
RispondiEliminaBellissimo post, utile e interessante :D
RispondiElimina@cristina.b: hai capito tutto!
RispondiElimina@ziacrostatina: grazie, sei molto gentile.
@veru: grazie, spero anche possa essere di stimolo per chi non si avvicina ai ristoranti giapponesi convinto che si mangi solo pesce crudo e piatti lontanissimi dai nostri gusti...
Cara Aquaviva io sono "il marito" (come di chi, di mia moglie!) chi è mia moglie? Alessandra...
RispondiEliminaAllora, non potendo per ovvie ragioni partecipare all'MT challenge, ma posso però divertirmi a pensare che cosa avrei fatto, e come, e con che nome.
Bhè, sinceramente i coni di sale a mò di monte Fuji mi hanno fatto venire in mente un possibile "divertimento" culinario, allora, si potrebbe fare una versione fritta (dolce o salata, poco importa) dalle famose "minne" di vergine catanesi, e, per meglio "giapanizzare il piatto", non si potrebbe fare altro che battezzerlo "Fujiko Minne", laddove Fujiko Mine (ergo "cime del monte Fuji") è l'indimeticabile e procace amica di Lupin III, Monkey Punch. In questo poi abbiamo ancora un bell'accostamento tra l'Etna ed il monte Fuji, per cui il parallelo è quasi globale, anzi, globbbale, come la frittura globbale totale di teo-caccamo-teocoli. Ecco, ora vediamo chi avrà il coraggio di rubare il suggerimento...
Firmato "Il Marito"
Affascinato ancora una volta dai rituali della cucina giapponese e pronti a metterci in gioco anche noi che amiamo quel paese e la sua splendida cucina.
RispondiEliminaFabio
@ il marito: no, va be'... non è tanto il constatare che siete una famiglia di pazzi, quanto l'accorgermi che non solo ho seguito perfettamente tutto il tuo ragionamento, ma che sono anche saltata sulla sedia per le dottissime citazioni di miti quali Lupin III e Felice Caccamo...
RispondiEliminaNiente, ti faccio i complimente e certifico definitivamente che siamo una banda di fuori di testa assolutamente senza speranza. Se poi salta pure fuori qualcuno che lo prova davvero a cucinare, il tuo min(n)e-kaki-age...
@annalu e fabio: ci siete anche voi allora! Che bello, mi si apre il cuore!
Ciao Acquaviva-san
RispondiEliminavolevo dirti che mi sono divertita a preparare questo piatto giapponese.
Grazie per avermela fatta conoscere!!
@elena: scusa, non so cos'abbia il computer ma non riesco a commentare sul tuo blog nemmeno come anonimo. Comunque volevo dirti: altrochè se ci sta bene il kaki-age nella ceramica siciliana... sembra fatto apposta! Brava, mi piace tutto!
RispondiEliminaCi sono quasi, ogni volta che mi sentivo pronta mi veniva un dubbio....ma 2 pesci o 2 verdure??...forse solo 1 verdura......le carni....le spezie??? Insomma ho fatto su è giù fra cucina e postazione computer talmente tante volte che adesso se sbaglio mi castigo da sola! Domani posto la mia ricetta...pronta con il cappello d'asino!
RispondiElimina@fabiana: conoscendo le tue capacità qualsiasi cosa tu faccia non potrebbe mai essere un errore!
RispondiEliminaAl secondo tentativo ce l'ho fatta: ecco il mio kaki-age! http://laapplepiedimarypie.blogspot.com/2011/06/kaki-age-di-pollo-con-salsa-di-mele-al.html
RispondiEliminaP.S.: abbiamo usato gli stessi bicchieri per dosare la pastella, vedo... ;-)
Ci siamo anche noi, sul filo di lana, ma ce l'abbiamo fatta anche questa volta. Di fronte questa ricetta e la magia del tuo post, non potevamo esimerci :-)
RispondiEliminahttp://assaggidiviaggio.blogspot.com/2011/06/frutta-fritta-o-kaki-age.html
Annalù e Fabio
@mapi: be', ma non li avevamo entrambe proprio presi apposta?!
RispondiElimina@annalù&fabio: e ci sarebbe mancato altro! Come avremmo potuto sopravvivere a questo MTC senza di voi?!
Oh ce lo fatta..forse...un jap argentino tango confusion..
RispondiEliminahttp://glu-fri.blogspot.com/2011/06/kaki-age-con-perfumes-citricos.html
Baci
@glu.fri: e con che gusto! E pensa che non hai nemmeno dovuto svaligiare il barrio chino...
RispondiEliminaIl tuo post mi ha letteralmente rapita...scrivi benissimo! Complimenti per il tuo blog, sono una new entry dell'MT, ma ti seguiro' indipendentemente!
RispondiEliminaBuona giornata
Anny
http://pasticcigourmet.blogspot.com/2011/06/strudel-kaki-age.html
Ecco la mia versione, spero ti piaccia.
RispondiEliminahttp://ingloriaskitchen.blogspot.com/2011/06/sweet-kaki-age-in-red.html
Baci Gloria
@anny: grazie; se ti appassiona la cucina orientale direi che si capitata nel posto giusto e che avremo molte cose da raccontarci a vicenda...
RispondiElimina@gloria: basta dirti "slurp"?!
Fatto! http://pane-miele.blogspot.com/2011/06/kaki-age-tutto-improvvisato-mtchallenge.html
RispondiEliminaGrazie mille per le spegazione: non ho fritto mai nella vita e mi è venuto tutto perfettamente pulito, cioè la cucina pulita:)))
eccomi qui,come sempre all'ultimo minuto!!http://angolocottura.blogspot.com/2011/06/mtc-di-giugnokaki-age-di-baccalacon.html
RispondiElimina@oxana: risultato ottimale, non si direbbe affatto che sia primo fritto della tua vita. Davvero complimenti!
RispondiElimina@mirtilla: vuoi mettere la soddisfazione di superare così d'un balzo una cappa bruciata ed un marito ostracista?! Quasi un'eroina...
Grazie mille per il tuo passaggio! Giuro che era prima volta:))
RispondiEliminaBacione
Ciao Acquaviva, grazie mille per il gentil commento alla mia interpretazione della tua ricetta.. e dato che da oggi ti tocca "lavorare" buon divertimento senza esaurimento, per l'ardua scelta che t'aspetta.
RispondiEliminaAbbracci, Debora
@debora: mamma quanto sto sudando... e ti assicuro che l'afa estiva non c'entra! Sono davvero in difficoltà, ognuno a suo modo siete stati tutti bravissimi! Grazie per il sostegno morale...
RispondiElimina