Uno si dice prima di partire: "durante le ferie bando alle remore, assaggerò tutta la tradizione mangereccia del luogo in cui vado in vacanza e alla linea casomai ricomincio a pensare al mio ritorno!" Così tuffarsi nei piatti locali diventa quasi un punto di orgoglio, una volta affinato l'alibi della scoperta del territorio e della ricerca storica delle tradizioni locali.
Ci si mette dunque in viaggio verso l'agognato luogo di villeggiatura ricolmi di queste ottime intenzioni. Salvo scoprire, appena salita in auto la compagna di viaggio, che quest'ultima non solo è a dieta da un paio di mesi, ma che ha pure un controllo dal dietologo programmato per il giorno successivo al nostro rientro, quindi non potrà sgarrare nemmeno una volta per tutta la vacanza!
Avendo un'anima bastarda potremmo in realtà non farne un problema: ognuno mangia ciò che preferisce senza badare agli sguardi invidiosi e sofferenti di chi ci siede accanto a tavola, ognuno saccheggia pasticcerie, vinerie e gastronomie locali a proprio piacimento senza sentirsi in colpa per chi decide di aspettare fuori e magari finge di interessarsi alla vetrina della merceria o del giornalaio accanto per provare a distrarsi...
Per chi invece è sinceramente legato agli amici e magari ha anche già provato di persona i patimenti di un regime alimentare differente da quello desiderato, vedere un'altra persona struggersi per il nostro piatto di pizzoccheri bianchi (*) mentre ha nel proprio un'insalata scondita... è un'esperienza che non lascia indifferenti.
Si decide dunque, tagliando la testa al toro, che anche la dieta, come ogni altro aspetto del viaggio, va condivisa. Tanto più che non fa male a nessuno un pochino di attenzione alla linea... Così cinque giorni in fuga tra le Alpi anziché un'esperienza di approfondimento della gastronomia locale si trasformano in un seminario sui benefici effetti dell'allegra condivisione di un sacrificio, in cui all'assenza di condimenti e di alcolici fanno da contrasto la soddisfazione della lettura mattutina della bilancia e il divertimento di renventarsi i piatti di ogni giorno, cercando di alleggerirli di calorie ed insieme di evolverne l'appetibilità.
Morale della storia: si torna a casa rinfrancati nello spirito, con un'alta opinione morale di se stessi per la tenacia e lo stoicismo con cui si è saputo rinunciare alle golosità più inenarrabili... e tutti quanti più leggeri di un chiletto o due! A questo punto non si sa chi davvero abbia fatto un favore a chi...
I souvenir del viaggio, questa volta, non consistono come al solito in formaggi, salumi, farine, salse eccetera, ma in una compiaciuta raccolta di sperimentate ricette "light" appaganti per l'occhio e gustose al palato.
Eccone un esempio, in cui le porzioni sembrano scarse ma il piatto è tanto voluminoso e colorato da ingannare anche i più golosi, dichiaratisi sazi nonostante la loro dose abituale di pasta sia praticamente dimezzata. Insieme ad una insalata mista e ad uno yogurt di capra con pesca a pezzettini ed un filo di miele di acacia costituisce un menù che sembra quasi vero...
Inganno di pasta e melanzane
ingredienti per 4 persone
220 gr. di pasta formato conchiglie
2 melanzane tonde non troppo grandi
600 ml. di salsa di pomodoro
60 gr. di ricotta dura (meglio se ovina)
2 piccoli spicchi di aglio
2 rametti di basilico
1 cucchiaio abbondante di origano
1 lt. circa di brodo vegetale leggero
1/2 cucchiaio di olio extravergine
sale
pepe al mulinello
Tagliare le melanzane a dadini; spezzettare le foglie di basilico; schiacciare i due spicchi di aglio sbucciati.
Saltare l'aglio a fuoco vivace con l'olio in un ampio tegame dai bordi non troppo bassi.
Unirvi le melanzane e lasciar tostare per un minuto o due, perché assorbano il profumo dell'aglio.
Versare la salsa di pomodoro nel tegame, unire l'origano e la maggior parte del basilico e rimestare bene, salare leggermente quindi coprire e lasciar cuocere una ventina di minuti circa, fino a che le melanzane sono morbide.
Portare nel frattempo ad ebollizione il brodo e sbriciolare la ricotta.
Versare la pasta nel tegame, rimestare bene ed unire tanto brodo quanto ne serve per coprire la pasta, quindi riportare la salsa a bollore e cuocere a fuoco medio-basso, unendo brodo quando il fondo asciuga e rimestando spesso. La consistenza del sugo deve sempre essere abbastanza liquida per permettere alla pasta di cuocere ma non troppo da sembrare una minestra.
Un minuto prima che la pasta sia cotta, con il sugo ben ristretto, spegnere il fuoco, unire la ricotta, regolare se serve di sale, pepare leggermente, rimestare bene e lasciar riposare coperto per qualche istante.
Distribuire nei piatti e servire cosparso con il basilico rimasto.
Ci si mette dunque in viaggio verso l'agognato luogo di villeggiatura ricolmi di queste ottime intenzioni. Salvo scoprire, appena salita in auto la compagna di viaggio, che quest'ultima non solo è a dieta da un paio di mesi, ma che ha pure un controllo dal dietologo programmato per il giorno successivo al nostro rientro, quindi non potrà sgarrare nemmeno una volta per tutta la vacanza!
Avendo un'anima bastarda potremmo in realtà non farne un problema: ognuno mangia ciò che preferisce senza badare agli sguardi invidiosi e sofferenti di chi ci siede accanto a tavola, ognuno saccheggia pasticcerie, vinerie e gastronomie locali a proprio piacimento senza sentirsi in colpa per chi decide di aspettare fuori e magari finge di interessarsi alla vetrina della merceria o del giornalaio accanto per provare a distrarsi...
Per chi invece è sinceramente legato agli amici e magari ha anche già provato di persona i patimenti di un regime alimentare differente da quello desiderato, vedere un'altra persona struggersi per il nostro piatto di pizzoccheri bianchi (*) mentre ha nel proprio un'insalata scondita... è un'esperienza che non lascia indifferenti.
Si decide dunque, tagliando la testa al toro, che anche la dieta, come ogni altro aspetto del viaggio, va condivisa. Tanto più che non fa male a nessuno un pochino di attenzione alla linea... Così cinque giorni in fuga tra le Alpi anziché un'esperienza di approfondimento della gastronomia locale si trasformano in un seminario sui benefici effetti dell'allegra condivisione di un sacrificio, in cui all'assenza di condimenti e di alcolici fanno da contrasto la soddisfazione della lettura mattutina della bilancia e il divertimento di renventarsi i piatti di ogni giorno, cercando di alleggerirli di calorie ed insieme di evolverne l'appetibilità.
Morale della storia: si torna a casa rinfrancati nello spirito, con un'alta opinione morale di se stessi per la tenacia e lo stoicismo con cui si è saputo rinunciare alle golosità più inenarrabili... e tutti quanti più leggeri di un chiletto o due! A questo punto non si sa chi davvero abbia fatto un favore a chi...
I souvenir del viaggio, questa volta, non consistono come al solito in formaggi, salumi, farine, salse eccetera, ma in una compiaciuta raccolta di sperimentate ricette "light" appaganti per l'occhio e gustose al palato.
Eccone un esempio, in cui le porzioni sembrano scarse ma il piatto è tanto voluminoso e colorato da ingannare anche i più golosi, dichiaratisi sazi nonostante la loro dose abituale di pasta sia praticamente dimezzata. Insieme ad una insalata mista e ad uno yogurt di capra con pesca a pezzettini ed un filo di miele di acacia costituisce un menù che sembra quasi vero...
Inganno di pasta e melanzane
ingredienti per 4 persone
220 gr. di pasta formato conchiglie
2 melanzane tonde non troppo grandi
600 ml. di salsa di pomodoro
60 gr. di ricotta dura (meglio se ovina)
2 piccoli spicchi di aglio
2 rametti di basilico
1 cucchiaio abbondante di origano
1 lt. circa di brodo vegetale leggero
1/2 cucchiaio di olio extravergine
sale
pepe al mulinello
Tagliare le melanzane a dadini; spezzettare le foglie di basilico; schiacciare i due spicchi di aglio sbucciati.
Saltare l'aglio a fuoco vivace con l'olio in un ampio tegame dai bordi non troppo bassi.
Unirvi le melanzane e lasciar tostare per un minuto o due, perché assorbano il profumo dell'aglio.
Versare la salsa di pomodoro nel tegame, unire l'origano e la maggior parte del basilico e rimestare bene, salare leggermente quindi coprire e lasciar cuocere una ventina di minuti circa, fino a che le melanzane sono morbide.
Portare nel frattempo ad ebollizione il brodo e sbriciolare la ricotta.
Versare la pasta nel tegame, rimestare bene ed unire tanto brodo quanto ne serve per coprire la pasta, quindi riportare la salsa a bollore e cuocere a fuoco medio-basso, unendo brodo quando il fondo asciuga e rimestando spesso. La consistenza del sugo deve sempre essere abbastanza liquida per permettere alla pasta di cuocere ma non troppo da sembrare una minestra.
Un minuto prima che la pasta sia cotta, con il sugo ben ristretto, spegnere il fuoco, unire la ricotta, regolare se serve di sale, pepare leggermente, rimestare bene e lasciar riposare coperto per qualche istante.
Distribuire nei piatti e servire cosparso con il basilico rimasto.
- rivoli affluenti:
- sarò sincera: non ho nella mia libreria nemmeno un testo di cucina light ne' alcun trattato sulle diete dimagranti...
- (* l'impasto per i pizzoccheri bianchi chiavennaschi è questo, che da tradizione andrebbe condito con formaggio grasso d'alpe a dadini, parmigiano grattugiato e burro soffritto con aglio e salvia fino a diventare color nocciola.)
Questa si che è amicizia, non c'è che dire.
RispondiEliminaE il nome di questo piatto è tutto un programma!
Ahahaha!! "Inganno di pasta" è stupendo!!! Ti faccio i complimenti, per la ricetta certo, ma anche per la grande lealtà verso gli amici! Io, per non essere messa alla prova, in vacanza frequento solo persone NON A DIETA!! ;-)
RispondiEliminaUn abbraccio
Sei proprio una grande amica....io penso che non ci sarei riuscita..anche se un piatto di questa pasta...lo avrei assolutamente ordinato...baciiiiiiiiii, Flavia
RispondiEliminaLo so che chi va in la' con gli anni deve dimagrire, cosi', si spera, da durare di piu'.
RispondiEliminaPersonalmente preferisco durare anche un po' meno ma non patire sacrifici. Niente edonismo alimentare, per carita', ma sacrifici proprio no.
Per questo piatto, che peraltro deve essere anche buono: quandi dici salsa di pomodoro intendi una salsa cotta in precedenza, vero?
Con pochi grassi, vero? Altrimenti ci freghiamo da soli :)
CIAO :)
@arabafelice: devo dire che nel piatto faceva davvero una porca figura, sembrava una vera pasta alle melanzane!
RispondiElimina@rosalba: conoscendo i rischi... saggiamente la mia amica mi ha rivelato di essere a dieta solo una volta partite.
@flavia: non so per quale alchimia riuscivo comunque a saziarmi con le sue quantità, anche se devo dire che personalmente qualche strappo qua e là personalmente me lo sono concesso. In fondo il dietologo avrebbe poi pesati lei, non me!
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RispondiElimina@corradoT: esatto, si trattava di un vaso di salsa casalinga fatta con l'abbondante raccolta di pomodori di qualche settimana fa e qualche foglia di basilico, senza altri aromi ne' condimenti.
RispondiEliminaSiamo nati per soffrire!
RispondiEliminaPur essendo connesso e connettibile, non riesco a inviare mail, quindi approfitto del mezzo per mandare un messaggio a te e a Stefano , Per le gambe sotto il tavolo. Da pensionato io son sempre pronto alla bisogna, comunque torno verso il 16 . Magari fine mese o inizio ottobre che dici?
@enrico: no problem, quando torni troviamo di sicuro un accordo.
RispondiEliminaQuando si dice "scegliersi bene gli amici"... :-D Sei davvero un tesoro, cosa che del resto sapevo già; e in più ci torni dalle vacanze con dei meravigliosi piattini light che aiutano noi, peccatrici delle vacanze, a rientrare in linea e a non rifare il guardaroba invernale (altro che prova costume! ^_^).
RispondiElimina@mapi: magari ne pubblico un altro paio di ricettine light, fino a che restano di stagione... ma poi basta. Altro che peccatrici delle vacanze, io lo sono conestrema costanza!
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