Non si tratta di una zuppa chiara, di quelle con il brodo trasparente come si usa in Giappone. Ma non è nemmeno una tipica zuppa occidentale, nonostante il procedimento lo possa far pensare, perchè non contempla pane ne' altro "addensante" e perchè gli ingredienti sono in parte nipponici. Inoltre un Giapponese non la cucinerebbe mai così, quindi non è neppure yoshoku.
Ma a me questo piatto dai sapori ibridi è piaciuto tanto, soprattutto oggi in cui avevo bisogno di una pietanza unica, calda, saporita e possibilmente leggera. I grassi e l'indice glicemico totali sono bassissimi, a voler ben guardare, quindi si può pure considerare una ricetta "light", di cui non trovo alla fine una definizione perfettamente calzante: "fusion" mi piace davvero poco, ora che è diventato un aggettivo per contaminazioni commerciali senza grande qualità.
Ma la minestra era buonissima e io avevo famissima e me ne sono scofanata l'intera pentola tutta da sola, alla faccia delle definizioni. Le dosi servono in verità quattro persone come entrée di un pranzo leggero, oppure come primo più sostanzioso con l'aggiunta di pasta o riso, che io cuocerei prima a parte. O per due persone leggermente meno golose o affamate di me.
MINESTRA DI BIETE CON FUNGHI E CAROTE, UN PO' GIAPPONESE
ingredienti per 4 persone:
500 g di biete da costa
2 carote
30 g di funghi shijtake secchi
800 ml di brodo dashi
1 spicchio di aglio
10 g di zenzero fresco
1 cucchiaino di olio di arachidi
1 cucchiaino di semi di sesamo neri
sichimi togarashi (mix al peperoncino giapponese)
ev. salsa di soia
Mettere a bagno i funghi in una tazza di acqua calda per 15-20 minuti. Intanto mondare le biete tagliandone a strisce le foglie e a piccole losanghe i gambi. Ridurre la carota a fette sottili e poi anch'esse a piccole losanghe.
Scolare i funghi filtrando la loro acqua, che va aggiunta al dashi e poi portata a bollore. Eliminare i gambi dei funghi e tagliarne a fette le cappelle.
Schiacciare aglio e zenzero con la lama di un coltello pesante tenuto di piatto ma senza spappolarli e saltarli nel wok con l'olio fino a che l'aglio profuma.
Unire gambi delle biete e le carote; saltare un minuto ed aggiungere le foglie, facendo ben insaporire tutto. Unire il brodo, riportare a bollore e cuocere a fuoco basso per 15-20 minuti.
Eliminare aglio e zenzero, dividere nelle ciotole individuali, spolverizzare con il sesamo ed il sichimi togarashi e servire, con eventuale soia a parte per chi ama una maggiore sapidità ma non se la sente, vista la natura ibrida di questa minestra, di utilizzare parmigiano.
Ma a me questo piatto dai sapori ibridi è piaciuto tanto, soprattutto oggi in cui avevo bisogno di una pietanza unica, calda, saporita e possibilmente leggera. I grassi e l'indice glicemico totali sono bassissimi, a voler ben guardare, quindi si può pure considerare una ricetta "light", di cui non trovo alla fine una definizione perfettamente calzante: "fusion" mi piace davvero poco, ora che è diventato un aggettivo per contaminazioni commerciali senza grande qualità.
Ma la minestra era buonissima e io avevo famissima e me ne sono scofanata l'intera pentola tutta da sola, alla faccia delle definizioni. Le dosi servono in verità quattro persone come entrée di un pranzo leggero, oppure come primo più sostanzioso con l'aggiunta di pasta o riso, che io cuocerei prima a parte. O per due persone leggermente meno golose o affamate di me.
ingredienti per 4 persone:
500 g di biete da costa
2 carote
30 g di funghi shijtake secchi
800 ml di brodo dashi
1 spicchio di aglio
10 g di zenzero fresco
1 cucchiaino di olio di arachidi
1 cucchiaino di semi di sesamo neri
sichimi togarashi (mix al peperoncino giapponese)
ev. salsa di soia
Mettere a bagno i funghi in una tazza di acqua calda per 15-20 minuti. Intanto mondare le biete tagliandone a strisce le foglie e a piccole losanghe i gambi. Ridurre la carota a fette sottili e poi anch'esse a piccole losanghe.
Scolare i funghi filtrando la loro acqua, che va aggiunta al dashi e poi portata a bollore. Eliminare i gambi dei funghi e tagliarne a fette le cappelle.
Schiacciare aglio e zenzero con la lama di un coltello pesante tenuto di piatto ma senza spappolarli e saltarli nel wok con l'olio fino a che l'aglio profuma.
Unire gambi delle biete e le carote; saltare un minuto ed aggiungere le foglie, facendo ben insaporire tutto. Unire il brodo, riportare a bollore e cuocere a fuoco basso per 15-20 minuti.
Eliminare aglio e zenzero, dividere nelle ciotole individuali, spolverizzare con il sesamo ed il sichimi togarashi e servire, con eventuale soia a parte per chi ama una maggiore sapidità ma non se la sente, vista la natura ibrida di questa minestra, di utilizzare parmigiano.
- rivoli affluenti:
- *se come pasta si pensa alla soba ci si avvicina ad una ricetta simile, che avevo pubblicato tempo fa
- il piatto è gluten free se si usa la salsa di soia tamari certificata, che non contiene glutine
- se si utilizza kobudashi il piatto è anche vegetariano
Commenti
Posta un commento