Passa ai contenuti principali

la golosità lombarda del riso e prezzemolo al burro

Per la Giornata Nazionale del Burro, oggi sul Calendario del Cibo Italiano tratto la storia del suo utilizzo come condimento in cucina e illustro una ricetta di burro dolce speziato per condire dei maccaroni di pangrattato. Ma l'uso del burro nella mia personale cucina, come ho detto spesso, è parte degli affetti d'infanzia, uno di quei sapori a cui non so rinunciare e che non ha bisogno di una giornata specifica per farlo apparire in tavola.

Sarà che sono cresciuta in Lombardia in famiglia mista svizzero/veneto/francese, quindi è proprio una questione di DNA, e sarà anche che, con una mamma impiegata a tempo pieno e poco amante della cucina, mi rifugiavo spesso nel gusto consolante di una fetta di pane spalmata di burro, magari con una spolveratina di cacao, oppure ne scioglievo una noce nel latte caldo della colazione o nel minestrone di verdura della cena per trovare il lato buono anche di preparazioni che non amavo.

La minestra di riso e prezzemolo, in dialetto varesino ris erburin, è uno di quei piatti d'infanzia che ho sempre apprezzato, forse perchè il burro ne era uno degli ingredienti imprescindibili. Rappresenta ancora oggi una coccola, che mi concedo di quando in quando se mangio da sola... perchè l'essere napoletano che mi vive a fianco ha finora sostenuto che a lui le minestre di riso non piacciono in quanto "cibo per malati".

Certo, mia madre ce la preparava nel suo stile veloce e un po' sommario e oggettivamente non oserei propinare la sue versione all'essere: buttava nell'acqua bollente dado da brodo, poca patata e/o rapa a fettine sottili e riso e portava a cottura in una quindicina di minuti, terminando con prezzemolo tritato e (per mio solluchero!) una grossa noce di burro.

Quando all'epoca delle scuole medie mia sorella ed io cominciammo a sostituire nostra mamma in cucina, escogitammo una variante che ci sembrava, non so perchè, più evoluta e raffinata: ignorando la patata tostavamo il riso con il prezzemolo in poco olio, univamo poi acqua bollente e dado e, a fine cottura, la solita noce di burro.

Per fortuna ad un certo punto ho preso coscienza delle aberrazioni implicite in entrambe le versioni e mi sono finalmente decisa ad affrontare seriamente la questione. E ad usare brodo vero. Questo è in risultato del mio ris erburin, che ho osato servire all'essere e che, alla faccia del cibo per malati, è stata spazzolata fino all'ultima goccia. Certamente anche per merito del burro!

Prima di pubblicare la mia ricetta sono andata per curiosità a guardare la versione del riso e prezzemolo "classico" de La pacciada: niente patate o cipolle ne' tostatura del riso, solo brodo buono, prezzemolo e burro morbido aggiunti alla fine, più tanto grana ad accompagnare. Ma qui preferisco pubblicare la mia versione, testimone familiare dell'eredità da mia mamma e con qualcosa di tutto mio.
RISO E PREZZEMOLO MY WAY
per 4 persone:
240 g di riso, originario o Roma
150 g di patate (oppure, in stagione rape per pari peso, o un misto)
1 cipolla
40 g di burro
1 l di brodo di manzo leggero (o anche pollo)
1 bel ciuffo di prezzemolo
1 piccola foglia di alloro
sale
pepe bianco al mulinello
grana grattugiato per servire

Tritare la cipolla, tagliare le patate a bastoncini, tritare le foglie di prezzemolo conservando 5 o 6 gambi, scaldare il brodo.

Rosolare la cipolla con i gambi di prezzemolo in 20 g di burro fino a che la cipolla accenna a dorare. 

Unire il riso, le patate e la foglia di alloro e tostare un paio di minuti, quindi unire il brodo bollente e cuocere scoperto per una dozzina di minuti, fino a che riso e patate sono quasi del tutto morbidi.

Spegnere, levare i gambi di prezzemolo e l'alloro, unire le foglie di prezzemolo tritate, il burro rimasto, una bella cucchiaiata di grana e regolare di sale e pepe, poi lasciar riposare 3 o 4 minuti coperto, perchè il riso termini di cuocere ed i sapori si amalgamino poi distribuire nelle ciotole individuali.
Servire caldo o tiepido, con un'ultima spolverata di pepe e grana ed altro formaggio grattugiato a parte. Se si decide di lasciar riposare più a lungo la minestra o di servirla decisamente tiepida conviene usare il riso Roma, un pochino più di brodo in partenza e far intiepidire coperto solo con una retina. 
  • rivoli affluenti:
  • Gianni Brera, Luigi Veronelli, La pacciada, Mondadori, 1973. La mia è una riedizione, Book Time, 2014, ISBN 978-88-6218-247-8.

Commenti

  1. Io adoro la minestra di riso e naturalmente sono pro burro essendo piemontese, l’importante è la qualità e la quantità, chi lo demonizza sbaglia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto. Pensa che noi si faceva il burro in casa e mio padre ho ancora la zangola in cantina.

      Elimina
  2. Annalena, è da un sacco che non entro sul tuo blog, sempre "ripieno" di cose belle e buone. Mi sono fatto una scorpacciata visiva. Già da tempo avrei voluto chiederti, a proposito della Giornata Nazionale del Burro, se sapevi che qui in Brasile esiste un "burro liquido" che si vende in bottiglia. Il nome in portoghese è infatti "manteiga de garrafa". La si produce nel Nordest ed è tipo "ghee", burro chiarificato. Risulta molto più pura e forte del burro tradizionale. Il suo sapore è per me quasi inaccettabile. Ma i nordestini la amano, ovviamente. Sono necessari 50 litri di latte per mezzo litro di questo burro! Un abbraccio dal Brasile!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ne avevo sentito parlare ma non ci ho mai badato più di tanto, considerandolo una sorta di ghee, forse anche perchè tra amici e familiari "frequento" più Minas gerais e Sau Paulo che Nordeste. Invece sono andata a vedere ed è proprio interessante. Grazie!!!

      Elimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!