In uno slalom tra artigianato fascinoso e delizioso cibo senese ho ultimamente invaso il blog di post sul tour cui mi ha invitato CNA Siena Food & Tourism per conoscere i dolci natalizi della pasticceria senese tradizionale, dolci che ho anche utilizzato in cucina un paio di volte per preparare un pollo al panpepato e una pasta ai ricciarelli e bottarga.
Prima di completare questo mese dedicato a Siena con un'ultima ricetta e dedicarmi definitivamente al Natale di famiglia, voglio soffermarmi un attimo su ciò che di Siena mi ha colpito di più: la storia, autentica, affascinante ed onnipresente, che permea di fascino ogni dettaglio della città.
Non occorre qui illustrare i monumenti più noti e le esaltanti vicende storiche che hanno reso Siena famosa, ci sono ben altre fonti a cui attingere. Oppure basta farsi condurre alla scoperta della città da Lucia, una delle guide più preparate ed entusiaste che abbia incontrato nella mia lunga carriera di curiosa delle culture altrui: Lucia sa raccontare il passato "da dentro" e trasporta letteralmente gli astanti con naturalezza nel clima e nelle logiche con cui strade, palazzi, chiese e monasteri venivano vissuti nei secoli precedenti.
Quindi ecco qui solo dettagli che raccontano, ciascuno a modo suo, un pezzettino di storia minuta, parte del grande contesto senese cui i singoli seppero contribuire. Come la mano dello scalpellino che con perizia modanò i fregi a lato del portale del Duomo.
Come la lucentezza del pavimento che dal 1315 riflette gli affreschi di Simone Martini nella Sala del Mappamondo, dove si riuniva il Consiglio Generale della Repubblica fin dall'inizio del XIII secolo.
Come l'immagine della Pace che riposa su un cuscino che copre una pila di armi deposte, la figura che più mi ha commosso tra le molte del grande affresco "del Buon Governo" commissionato ad Ambrogio Lorenzetti nel 1337 per la Sala dei Nove nel Palazzo Pubblico di Siena.
Come, infine, la lupa senese, simbolo della città che spunta in ogni canto e che si riferisce alla mitica fondazione di Siena da parte dei figli di Remo, anch'essi nutriti dalla stessa vecchia lupa del genitore; la lupa li accompagnò nel nuovo territorio mentre cavalcavano un cavallo bianco ed uno nero durante la fuga dallo zio Romolo, ecco perchè la Balzana, lo stemma di Siena che appare qui poco sopra l'affresco, è mezzo bianco e mezzo nero.
La particolarità che differenzia la raffigurazione della lupa senese dalla più celebre lupa romana è la testa, che non guarda avanti come a Roma ma a Siena è sempre voltata verso i fanciulli.
Non so se questo simboleggi esplicitamente l'amore materno che Siena prova per i suoi abitanti ma è un'interpretazione che mi piace molto perchè spiegherebbe l'amore altrettanto intenso che i Senesi dimostrano verso la loro città, qui con l'arte grande ma anche con la loro orgogliosa operosità quotidiana, con l'entusiasmo e la solidarietà della vita di contrada, con il rispetto per la storica bontà dei loro prodotti tradizionali, con la cura per un luogo fatto grande anche dalle storie minute.
Questi gli scorci rubati ad una Siena tutta personale, che volutamente non inquadra gli scorci più conosciuti. Ovviamente non si tratta di un vero e proprio reportage di viaggio perchè quello che posso avere colto io della città è un'infinitesima parte di ciò che mostra. Invito tutti a immergersi di persona nel clima sospeso della sua storia, delle sue pietre, delle sue strade, delle sue sorprese (e dei suoi sapori, ovviamente!) e a lasciarsene incantare ciascuno al modo proprio. Sarà certamente un'esperienza speciale.
Prima di completare questo mese dedicato a Siena con un'ultima ricetta e dedicarmi definitivamente al Natale di famiglia, voglio soffermarmi un attimo su ciò che di Siena mi ha colpito di più: la storia, autentica, affascinante ed onnipresente, che permea di fascino ogni dettaglio della città.
Non occorre qui illustrare i monumenti più noti e le esaltanti vicende storiche che hanno reso Siena famosa, ci sono ben altre fonti a cui attingere. Oppure basta farsi condurre alla scoperta della città da Lucia, una delle guide più preparate ed entusiaste che abbia incontrato nella mia lunga carriera di curiosa delle culture altrui: Lucia sa raccontare il passato "da dentro" e trasporta letteralmente gli astanti con naturalezza nel clima e nelle logiche con cui strade, palazzi, chiese e monasteri venivano vissuti nei secoli precedenti.
Quindi ecco qui solo dettagli che raccontano, ciascuno a modo suo, un pezzettino di storia minuta, parte del grande contesto senese cui i singoli seppero contribuire. Come la mano dello scalpellino che con perizia modanò i fregi a lato del portale del Duomo.
Come la lucentezza del pavimento che dal 1315 riflette gli affreschi di Simone Martini nella Sala del Mappamondo, dove si riuniva il Consiglio Generale della Repubblica fin dall'inizio del XIII secolo.
Come l'immagine della Pace che riposa su un cuscino che copre una pila di armi deposte, la figura che più mi ha commosso tra le molte del grande affresco "del Buon Governo" commissionato ad Ambrogio Lorenzetti nel 1337 per la Sala dei Nove nel Palazzo Pubblico di Siena.
Come, infine, la lupa senese, simbolo della città che spunta in ogni canto e che si riferisce alla mitica fondazione di Siena da parte dei figli di Remo, anch'essi nutriti dalla stessa vecchia lupa del genitore; la lupa li accompagnò nel nuovo territorio mentre cavalcavano un cavallo bianco ed uno nero durante la fuga dallo zio Romolo, ecco perchè la Balzana, lo stemma di Siena che appare qui poco sopra l'affresco, è mezzo bianco e mezzo nero.
La particolarità che differenzia la raffigurazione della lupa senese dalla più celebre lupa romana è la testa, che non guarda avanti come a Roma ma a Siena è sempre voltata verso i fanciulli.
Non so se questo simboleggi esplicitamente l'amore materno che Siena prova per i suoi abitanti ma è un'interpretazione che mi piace molto perchè spiegherebbe l'amore altrettanto intenso che i Senesi dimostrano verso la loro città, qui con l'arte grande ma anche con la loro orgogliosa operosità quotidiana, con l'entusiasmo e la solidarietà della vita di contrada, con il rispetto per la storica bontà dei loro prodotti tradizionali, con la cura per un luogo fatto grande anche dalle storie minute.
Questi gli scorci rubati ad una Siena tutta personale, che volutamente non inquadra gli scorci più conosciuti. Ovviamente non si tratta di un vero e proprio reportage di viaggio perchè quello che posso avere colto io della città è un'infinitesima parte di ciò che mostra. Invito tutti a immergersi di persona nel clima sospeso della sua storia, delle sue pietre, delle sue strade, delle sue sorprese (e dei suoi sapori, ovviamente!) e a lasciarsene incantare ciascuno al modo proprio. Sarà certamente un'esperienza speciale.
- rivoli affluenti:
- per chi volesse annusare il senso di Siena prima di visitarla, in modo da potersela assaporare poi meglio in diretta, imperdibile ed autorevole è: Mario Ascheri, Storia di Siena, Ed. Biblioteca dell'Immagine, 2013, ISBN 978-8863911381.
Bellissimo post. Siena ha fatto lo stesso effetto anche a me...
RispondiEliminaDovremo tornarci insieme...
EliminaIo adoro Siena ci sono state parecchie volte nel corso degli anni. Mio marito non tanto perchè ha fatto l'ultimo periodo di miliare proprio a Siena in condizioni non buone. Sarà forse una questione psicologica ma io ricordo il miglior capuccino io abbia bevuto e proprio a Siena. Buon Natale cara e Felice Anno 2020 a te, famiglia ed a tutti i tuoi cari. Buona serata.
RispondiEliminaGrazie Edvige, buon Natale anche a te e a tutti quelli che ti vogliono bene.
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