Passa ai contenuti principali

fiori di uova in una zuppa cinese d'autunno

Tornando nel mood cinese, oggi mi dedico ad un comfort food familiare popolarissimo, che si prepara con ingredienti diversi in base a zona e stagione ma che ha come denominatore comune l'aspetto, molto raffinato a dispetto dei semplicissimi ingredienti. E di cui mi rendo conto di non avere ancora, stranamente, mai parlato qui.

Si tratta della "minestra di fiori d'uova", il daan fa tong (daang, dang o dah è uovo, fa o ua è fiore, tong o tang è zuppa), caratterizzata da sottilissimi fili d'uovo che dorano un profumato brodo di pollo, appena addensato da amido come è abitudine nella cucina cantonese di cui è originaria. 

Altre zuppe con drop egg sono diffuse in ogni parte del mondo, a partire dalla stracciatella italiana all'avgolemono greco, dal sup ton cua vietnamita fino allo tsukimi soba giapponese (dove però il tuorlo resta intero, a ricordare la luna piena cui è ispirato il piatto). E dappertutto si tratta di un piatto che racconta la cura familiare e spesso anche l'amore per i bambini, a cui si dice questo misto di uova e brodo faccia benissimo.

In realtà oggi in Cina è di moda utilizzarla come antipasto nei banchetti raffinati dei ristoranti e dei giorni di festa, dato che il giallo dell'uovo simbolizza ricchezza e prosperità e gli innumerevoli fili che produce sono augurio di abbondanza. I segreti cinesi per ottenere dei fili sottilissimi sono due: sbattere le uova con un goccio di acqua fredda, che evita poi la formazione di grossi grumi, e versare l'uovo molto lentamente, con grande cura e veramente a filo, nel brodo bollente mescolato con andamento costante, in modo che l'uovo si rapprenda subito senza formare strisce troppo spesse o irregolari.

Di solito anticamente in casa veniva servita così, semplicissima: brodo chiaro e vellutato, uovo e qualche rondella di cipollino fresco; ora che le condizioni economiche medie sono migliorate viene sempre arricchita con verdure di stagione e ulteriori proteine. Io qui utilizzo funghi e mais, con l'aggiunta di carote (non ho ancora zucche buone sotto mano) per un tocco di colore molto autunnale; in primavera ci metterei piselli, sedano o germogli di soia, in estate pomodori e zucchine, in inverno cavoli e rape.

Come proteine decido di non aggiungere nulla e aumento solo leggermente le dosi delle uova però spesso, specie nelle occasioni speciali, si utilizzano dadini di tofu o di pollo, manzo a fettine, polpettine di maiale o anche gamberetti sgusciati. In Cina gamberi con maiale o con pollo sono abbinamenti consueti, ma per chi non osasse mescolare proteine diverse ad un brodo di pollo (o per chi optasse per una versione vegetariana del piatto, o per chi non avesse voglia di prepararselo alla cinese, facendo così), al posto del brodo si può usare acqua insaporita con 2 o 3 cucchiai di salsa di soia.

La soia, come qui oggi il brodo scurito dall'ammollo dei funghi, non lasciano esattamente al piatto il suo aspetto tradizionale, che è molto chiaro: Ma non pretendo di preparare davvero una zuppa cinese credibilmente autentica, quindi ignoro il dettaglio! Per la stessa rassegnazione mi sento libera di non usare aglio o zenzero, gli eventuali aromi aggiuntivi tradizionali: ispirata da sensazioni e colori autunnali mi permetto di aggiungere invece qualche goccia di olio di sesamo. 

Ultimo dettaglio: i funghi cinesi in Italia si trovano quasi solo secchi; io qui uso i dong-gu (da noi più conosciuti con il nome giapponese di shijtake), che sono coltivati anche in Italia ed a volte è possibile recuperare persino freschi, e i mu-her, quelli neri e ricci, detti "orecchie di Giuda". Per stare su prodotti nostrani è comunque perfetto un misto di porcini, spugnole e/o gallinacci, freschi o secchi che siano.  

DAN FA TONG - ZUPPA CINESE DI FIORI D'UOVA IN VERSIONE AUTUNNALE
ingredienti per 4 persone:
3 uova (io 4)
1,5 l di brodo di pollo (possibilmente quello di cui sopra, coi profumi cinesi)
2 piccole carote
30 g tra dong-gu e mu-her (o altri funghi secchi misti, o 120 g di funghi freschi)
1 pannocchia fresca (o 180/200 g di chicchi di mais cotti in scatola, peso sgocciolato)
2 cipollini verdi sottili (o 6/8 steli di erba cipollina)
3 cucchiai di amido, tapioca o mais
1 cucchiaino di olio di sesamo 
sale
pepe nero al mulinello

Ammollare i funghi secchi nel brodo caldo per una ventina di minuti, quindi scolarli, filtrare il brodo e tagliare i funghi a striscioline, eliminando i gambi dei dong-gu. Affettare direttamente i funghi freschi prima puliti molto bene, se si usano quelli.

Se si usa mais fresco sgranare la pannocchia, se si usa in scatola sciacquarlo e sgocciolarlo bene. Tagliare le carote a dadini grandi come i chicchi di mais. Portare a bollore il brodo.

Versare nel brodo bollente tutte le verdure e cuocere una decina di minuti, fino a che sono morbide: ci vogliono 5/10 minuti in più se si usano mais fresco e funghi ammollati. 

Intanto ridurre il cipollotto a rondelle sottili leggermente diagonali. Sbattere le uova con 1 cucchiaio scarso di acqua fredda per una ventina di secondi, in modo da amalgamare perfettamente tuorli ed albumi ma non creare troppe bolle. Sciogliere accuratamente l'amido in 4 cucchiai di acqua fredda.

Versare nella minestra l'amido a filo, molto lentamente, mescolando fino a che il brodo prende un aspetto lucido e leggermente vellutato.

Versare quindi nella minestra le uova, a filo finissimo e molto lentamente, mescolando perchè si formino tanti fili sottilissimi, quindi spegnere subito: ci vogliono circa 25-30 secondi.

Profumare con l'olio di sesamo, regolare se serve di sale, distribuire nelle ciotole individuali e decorare con i cipollini e una grattatina di pepe. 

  • rivoli affluenti:
  • per chi fosse interessato ad un anziano cuoco cinese che prepara in casa la sua versione di questa zuppa è molto carino questo video, registrato e commentato da suo figlio.

Commenti

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!